Archivio Autori: eitascabili2

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Murakami HarukiAbbandonare un gatto

Nei suoi romanzi e racconti Murakami ha creato un’infinità di mondi, e ne ha svelato ogni segreto ai lettori. Ma c’è una dimensione in cui la sua penna non si è quasi mai avventurata: la sua vita.

Con Abbandonare un gatto, Murakami scrive per la prima volta della sua famiglia, e in particolare di suo padre. Ne nasce un ritratto toccante, il racconto sincero del «figlio qualunque di un uomo qualunque».

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Insegnante

Giulio GuidorizziEnea, lo straniero

Maura Giannattasio, Torino

Con Enea, lo straniero Giulio Guidorizzi, da grande grecista e studioso dell’antichità classica, ha saputo regalarci un libro per tutti gli amanti della lettura, anche per coloro che non si sono mai addentrati nel mito.

Il genere letterario del romanzo è quello della riscrittura, dietro alla quale c’è il mito che «viaggia nel tempo». Riscrivere significa misurarsi con un grande testo, moltiplicandone il significato; un grande antropologo disse che «il mito è un racconto tradizionale, dotato di significatività».

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David SpiegelhalterL’arte della statistica

Nei secoli la statistica ha svolto un ruolo di primo piano nella comprensione scientifica del mondo, e quotidianamente ognuno di noi sperimenta in quali innumerevoli modi le affermazioni statistiche determinano la nostra vita o vengono abilmente sfruttate da parte dei media e dei centri di potere. Nell’era in cui i big data si affermano come disciplina fondamentale del mondo dell’economia, della finanza e in tutti gli aspetti della vita politica e sociale, essere consapevoli delle basi della statistica è piú importante che mai.

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Lidia Beccaria RolfiL’esile filo della memoria

Un romanzo. Una testimonianza. Una storia privata. Una voce da salvare: la guerra e la pace raccontate da una donna.

Ravensbrück, 1945: Lidia Beccaria Rolfi, deportata politica, liberata dagli Alleati, inizia la lunga marcia verso l’Italia. Russi, americani, donne e bambini, prigionieri nazisti, malati e moribondi: tutti insieme incontro a una pace ancora da inventare.

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Classe

FilelfoL’assemblea degli animali

Liceo Ariosto, Ferrara
Docente: Gabriella Rocca
Classe: III Y

Elaborati di scrittura creativa a partire dalla lettura de L’assemblea degli animali di Filelfo.

1. Gli uomini

Da sempre gli uomini sono stati abili cacciatori: fin dall’antichità bastoni, lance con la punta di pietra e sassi erano usati per catturare le prede piú piccole, mentre quelle piú grandi, come orsi o mammut, venivano cacciate in gruppo poiché, si sa, l’unione fa la forza. A quel tempo cacciare era sinonimo di sopravvivenza. Certo, gli animali sono sempre stati le vittime. E ora?

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Massimo ZamboniLa trionferà

«E se non saremo noi a vederla trionfare, e se non sarà da noi e avrà altri nomi forse, altri modi, chissà dove, duecento, trecento, mille anni, vedrete: la trionferà».

Essere comunisti a Cavriago voleva dire usare testa e mani per costruire tutti assieme il proprio cinema, la propria balera, il proprio futuro, in nome dell’emancipazione dell’umanità. Ma anche spedire un telegramma a Lenin e nominarlo sindaco onorario, scontrarsi coi cattolici per il film su Peppone e don Camillo, disperarsi per la morte di Stalin, servire lambrusco e rane fritte alla festa dell’Unità. Essere comunisti era prima di tutto un sentimento.

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Laura Imai MessinaLe vite nascoste dei colori

Non sempre nascere con un dono è un vantaggio, di certo è una responsabilità. Mio è una giovane donna dallo sguardo speciale: i suoi occhi sono capaci di cogliere ogni minima sfumatura e dare un nome a tutte le tonalità, soprattutto quelle invisibili. Nell’atelier dove la sua famiglia cuce e ricama kimono nuziali con gesti preziosi tramandati da generazioni, ha imparato fin da piccola la potenza dei dettagli, scoprendo in segreto le vite nascoste dei colori. Ma a custodire un segreto, in questa storia, non è la sola.

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Percorsi

Emanuela CanepaCrescere con i classici

Appartengo a una generazione che ha iniziato a leggere tirando giú dagli scaffali quel che c’era in casa. Non esisteva una differenza davvero netta tra libri per ragazzi e libri per adulti, e non erano diffuse come ora le biblioteche di quartiere – o almeno non a Roma, dove sono cresciuta – per ampliare l’offerta. Perfino le librerie, a ripensarci ora, erano luoghi austeri, prestigiosi, imponenti, perlopiú in centro storico, e quindi difficili da raggiungere. Senza contare che non avevamo un soldo, e anche se qualcuno ci avesse portato fino a lí non avremmo comunque potuto permetterci di comprare nulla. Se volevi leggere, quindi, avevi a disposizione solo quello che potevi rimediare facilmente a casa tua, o al massimo da un parente compiacente. E nelle case della media borghesia dei primi anni ’70 c’erano quasi solo classici, libri scritti prevalentemente tra la fine del XVIII e il XIX secolo.

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