Murakami HarukiAbbandonare un gatto

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Nei suoi romanzi e racconti Murakami ha creato un’infinità di mondi, e ne ha svelato ogni segreto ai lettori. Ma c’è una dimensione in cui la sua penna non si è quasi mai avventurata: la sua vita.

Con Abbandonare un gatto, Murakami scrive per la prima volta della sua famiglia, e in particolare di suo padre. Ne nasce un ritratto toccante, il racconto sincero del «figlio qualunque di un uomo qualunque». E forse proprio per questo speciale. A tradurre in immagini questo delicato racconto autobiografico, le invenzioni di uno dei piú importanti illustratori contemporanei, Emiliano Ponzi, che con i suoi colori aggiunge poesia alla poesia in un’edizione unica al mondo. Il primo memoir del grande autore giapponese: un racconto inedito per un Murakami inedito.

Se il destino di mio padre avesse imboccato una strada anche solo un poco diversa, non sarei esistito. La storia è questo: l’unica eventualità, fra innumerevoli altre, che si è attuata, senza se e senza ma. La storia non appartiene al passato. È qualcosa che fluisce nella coscienza umana, o forse nell’inconscio, è una corrente di sangue vivo e caldo che, volenti o nolenti, ci trasmettiamo da una generazione all’altra. In questo senso, ciò che ho scritto qui è una vicenda individuale, ma al tempo stesso un tassello della grande storia che ha formato il mondo nel quale viviamo.

«In questo suo piccolo libro Murakami mi ha rivelato una verità che in fondo già conoscevo o almeno intuivo, senza però mai metterla a fuoco davvero. La verità è la seguente: una favola per adulti non può consistere in un racconto, tanto meno in un racconto d’invenzione. La vera favola per adulti è sempre un ricordo condiviso» (Tommaso Pincio).

«Ogni parola di questo memoir sembra nascere da una profonda opera di pulitura, di cesello fino ad arrivare alla forma apparentemente piú semplice e piana che la narrazione può accogliere» (Gaia Montanaro, «Il Foglio»).

Emiliano Ponzi a proposito della realizzazione delle illustrazioni presenti nel libro: