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Riccardo FalcinelliVisus

Dopo Cromorama e Figure, Riccardo Falcinelli rivoluziona ancora il nostro sguardo su qualcosa che diamo per scontato: le facce. Nell’arte, nei film, nelle pubblicità, su TikTok e anche nello specchio ogni mattina.

Pubblicando i selfie su Instagram ci poniamo gli stessi problemi che si è posto ogni artista e comunicatore nella Storia: cercare di rendere una faccia piú eroica, autorevole, addirittura divina. O magari conferirle valori morali, come i pittori del Rinascimento, che ritraevano i sovrani accanto a una colonna o una tenda per esprimere maestà e prestigio. La faccia è la parte del corpo piú soggetta ad attribuzioni di senso: anche se tendiamo a considerarli qualcosa di «naturale», i volti sono sempre una costruzione culturale.

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Gianrico CarofiglioElogio dell’ignoranza e dell’errore

Una riflessione inattesa su due parole che non godono di buona fama. Un’allegra celebrazione della nostra umanità.

Fin da bambini ci raccontano che se sbagli prendi un brutto voto; se sbagli non vieni promosso e non fai carriera, in certi casi addirittura perdi il lavoro; se sbagli perdi la stima degli altri e anche la tua. Sbagliare è violare le regole, sbagliare è fallire. Per l’ignoranza, se possibile, i contorni sono ancora piú netti: l’ignoranza relega alla marginalità.

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Maura GancitanoErotica dei sentimenti

L’educazione sentimentale è spesso confusa con le buone maniere, il bon ton, il galateo, vale a dire con un insieme di regole e codici considerati socialmente appropriati, a cui bisogna adeguarsi con ubbidienza. L’idea generale è che si tratti di un modello di comportamento che ha lo scopo di affrontare in modo razionale le pulsioni, le emozioni, i sentimenti, e tutti quegli aspetti della persona che per definizione sono romantici e travolgenti. Ma come si può invitare al controllo di qualcosa che è privato, intimo e che dovrebbe rimanere libero per definizione? Non sono proprio quei vissuti emotivi che ci rendono davvero noi stessi?

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Elena GranataIl senso delle donne per la città

Se esiste un pensiero e un inconsapevole istinto delle donne per gli spazi, unito a una incisiva capacità d’azione, dovrà presto farsi largo e prendere forma. Le città ne hanno un disperato bisogno.

Non potendo costruire hanno scritto. Di case, di città, di quartieri in trasformazione. Tenute lontane dall’architettura si sono dedicate alla fotografia, trovando mille modi per raccontare le persone e gli spazi della città. Escluse dalla pianificazione urbanistica si sono dedicate alla scala minuta, granulare, del design dell’abitare e della vita quotidiana, progettando spazi di prossimità e di benessere.

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Niccolò ZancanAntologia degli sconfitti

Sui diseredati. Su quelle donne e quegli uomini poveri e impoveriti, esclusi dalla ricchezza e dal dibattito pubblico. Sui vivi a stento.

Sono vite che si muovono su un piano inclinato. Quando manca la prospettiva, esiste solo il presente, e ci si cade dentro come fosse un precipizio. L’affitto da pagare. La bolletta della luce. Trovare i soldi per il dentista e trovare un senso, un po’ di bellezza. Di mese in mese. Un eterno presente. Vite declinanti, senza riparo. Esistono i salvati e gli altri, questo libro è per gli altri.

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Leonardo CaffoVelocità di fuga

Decifrare il contemporaneo è una delle imprese piú difficili. Ecco sei parole per comprenderlo davvero: Attesa, Semplicità, Ecologia, Isolamento, Anticipazione, Offlife.

A partire da queste sei parole Leonardo Caffo descrive e spiega la contemporaneità. Sei capitoli scritti all’insegna della chiarezza e del concetto di velocità di fuga. In astronomia, questo termine indica la velocità minima che un oggetto deve acquisire per riuscire a sottrarsi all’attrazione gravitazionale di un pianeta: se l’oggetto non riuscirà a raggiungere questo valore, ricadrà sul pianeta.

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Maura GancitanoSpecchio delle mie brame

L’idea che la bellezza sia qualcosa di oggettivo e naturale è una superstizione moderna. Infatti non è mai esistita un’epoca in cui non convivessero estetiche e sensibilità diverse. Il culto della bellezza è diventato una prigione solo di recente: quando le coercizioni materiali verso le donne hanno iniziato ad allentarsi, il canone estetico nei confronti del loro aspetto è diventato rigido e asfissiante, spingendole alla ricerca di una perfezione irraggiungibile.

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