Emanuela Canepa Crescere con i classici
Appartengo a una generazione che ha iniziato a leggere tirando giú dagli scaffali quel che c’era in casa. Non esisteva una differenza davvero netta tra libri per ragazzi e libri per adulti, e non erano diffuse come ora le biblioteche di quartiere – o almeno non a Roma, dove sono cresciuta – per ampliare l’offerta. Perfino le librerie, a ripensarci ora, erano luoghi austeri, prestigiosi, imponenti, perlopiú in centro storico, e quindi difficili da raggiungere. Senza contare che non avevamo un soldo, e anche se qualcuno ci avesse portato fino a lí non avremmo comunque potuto permetterci di comprare nulla. Se volevi leggere, quindi, avevi a disposizione solo quello che potevi rimediare facilmente a casa tua, o al massimo da un parente compiacente. E nelle case della media borghesia dei primi anni ’70 c’erano quasi solo classici, libri scritti prevalentemente tra la fine del XVIII e il XIX secolo.