Shoah

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Daniela PadoanCome una rana d’inverno

«Considerate se questa è una donna | Senza capelli e senza nome | Senza piú forza di ricordare | Vuoti gli occhi e freddo il grembo | Come una rana d’inverno». È con questa immagine scarnificata che Primo Levi, nell’incipit di Se questo è un uomo, indica la necessità di riflettere sulla condizione delle donne prigioniere ad Auschwitz. Eppure per molti anni la storiografia e la testimonianza hanno appiattito l’esperienza femminile in una declinazione universale, in un neutro linguistico che, dimenticando i corpi sessuati, ha reso opaca l’intenzionalità stessa dello sterminio.

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Lola LafonQuando ascolterai questa canzone

Il 18 agosto del 2021 Lola Lafon prende un treno per Amsterdam. Passerà la notte – l’intera notte – da sola nell’Alloggio segreto di Anne Frank. Una casa editrice francese le ha proposto il progetto, la scelta del museo spettava a lei. A questa richiesta esterna Lola Lafon ha risposto con un imperativo interiore: andare a conoscere, a sapere, Anne Frank, nell’appartamento in cui visse per venticinque lunghi mesi, dove ogni anno migliaia di visitatori sfilano «davanti all’assenza».

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Primo LeviSe questo è un uomo

Testimonianza sconvolgente sull’inferno dei Lager, libro della dignità e dell’abiezione dell’uomo di fronte allo sterminio di massaSe questo è un uomo è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. È un’analisi fondamentale della composizione e della storia del Lager, ovvero dell’umiliazione, dell’offesa, della degradazione dell’uomo, prima ancora della sua soppressione nello sterminio.

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Bruno MaidaLa Shoah dei bambini

Un libro che riattraversa «con occhi di bambino» le tragiche vicende della persecuzione antiebraica.

La storia della persecuzione degli ebrei attuata dal fascismo tra il 1938 e il 1945 ci è ormai ben nota, ma raramente ci si è soffermati a riflettere su cosa abbiano significato quei tragici sette anni per i bambini italiani. Per i bambini «ariani», cresciuti nell’educazione al razzismo e alla guerra, e, soprattutto, per i bambini ebrei, allontanati da scuola, testimoni impotenti della progressiva emarginazione sociale e lavorativa dei genitori, quando non della distruzione e dell’eliminazione fisica della propria famiglia.

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Nora KrugHeimat

Il miglior graphic novel 2018 per «The New York Times», «The Guardian» e «The Comics Beat».

«Come fai a sapere chi sei se non capisci da dove vieni?»

Una giovane donna alla ricerca delle proprie radici che affondano nel periodo e nel luogo piú complessi del Novecento: la Germania hitleriana. Nora Krug setaccia archivi, colleziona foto, scova cimeli, rievoca memorie per ricostruire le vicende della sua famiglia e comprendere che ruolo essa abbia avuto durante il nazismo.

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Art SpiegelmanMaus

«Forse i fumetti, cosí popolari, semi-illetterati, disordinati, sono un modo appropriato per dire l’indicibile».

Art Spiegelman è un cartoonist della New York di fine anni Settanta, suo padre Vladek un sopravvissuto all’orrore dell’Olocausto. A fare da ponte tra due vite e due caratteri tanto diversi c’è il racconto di un’esperienza indicibile, quella della deportazione e della vita al campo di concentramento di Auschwitz.

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Laurent BinetHHhH

Reynard Heydrich è il gerarca piú spietato del Terzo Reich, il piú stretto collaboratore di Himmler e l’ideatore della Soluzione finale, lo sterminio sistematico degli ebrei. Macellaio di Praga, Bestia bionda, Cuore di ferro lo chiamano. Un uomo dall’infanzia problematica, segnata da due traumi: da una parte la voce stridula e l’aspetto effeminato che gli valgono l’appellativo di capra e dall’altra il mistero di una presenza ebraica all’interno della propria famiglia.

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Giacomo Debendetti16 ottobre 1943

Roma, Portico d’Ottavia, 16 ottobre 1943. Sono le 5.15 del mattino quando le SS fanno irruzione nelle strade del ghetto ebraico e rastrellano 1024 persone, tra cui 200 bambini. Due giorni dopo, dei vagoni piombati partiranno dalla stazione Tiburtina alla volta di Auschwitz. A tornare saranno in sedici. A raccontarci tutto questo è Giacomo Debenedetti: pagine brucianti dove a parlare è un coro sgomento e terribile da cui si staccano, solo per infinitesimi istanti, le voci dei protagonisti, subito sommerse e per sempre perdute.

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