Archivio Mensile: novembre 2021

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Fernanda AlfieriVeronica e il diavolo

Un grande libro di storia culturale che si legge con la tensione di una storia gotica.

È il 23 dicembre 1834 quando due gesuiti bussano a una porta di via di Sant’Anna. Sono stati chiamati al capezzale di una giovane donna «ritenuta ossessa», Veronica Hamerani, per liberarla dagli assalti del demonio. Inizia cosí questa vicenda inquietante, di cui la storica Fernanda Alfieri compie un’accuratissima ricostruzione partendo dal ritrovamento di un manoscritto nell’Archivio generale della Compagnia di Gesú.

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Marcello FoisPietro e Paolo

Liceo scientifico A. Roiti, Ferrara
Classi: III A, III M, III P, IV B, IV P

Cosa l’ha portata a scrivere il romanzo Pietro e Paolo?

Pietro e Paolo è un libro riassuntivo di cose scritte precedentemente, ci sono molti temi che mi sono cari sviluppati in opere precedenti, citazioni, libri importanti della mia vita. Un libro apparentemente piccolo che per me rappresenta una specie di chiusura di un ciclo, dentro al quale ho messo tutte le cose che mi piacciono: i romanzi di formazione, le storie di amicizia, la Prima Guerra Mondiale come condizione di rapporto con la storia, la mia terra, la Sardegna.

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London, Martin

Jack LondonMartin Eden

Romanzo largamente autobiografico, Martin Eden riflette l’inquietudine di London, la sua vita stravagante, la tensione autodistruttiva che lo porterà al suicidio.

Il protagonista è un marinaio americano che finisce casualmente per frequentare il mondo borghese, salotti colmi di libri e fanciulle eteree. Tra l’iniziale timidezza e un’irresistibile attrazione per il nuovo ambiente, Martin Eden dovrà misurarsi con due impreviste passioni: la giovane Ruth Morse e la letteratura.

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Classe

Paolo GiordanoNel contagio

ISS Cerletti, Conegliano (TV)
Classe: V AGF

Come hanno vissuto i ragazzi la pandemia da Covid-19? Ce lo raccontano in occasione dell’incontro con Paolo Giordano avvenuto dopo la lettura del saggio Nel contagio.

Quando a febbraio è arrivata la notizia di un nuovo virus che si era propagato in Cina ma che si stava velocemente diffondendo anche altrove, mi era passata per la testa l’idea che potesse seguire il modello di sviluppo delle piú grandi pandemie della storia. Man mano che il virus dilagava e la situazione si aggravava, questa idea diventava sempre piú realistica, in particolare con la conferma dei primi contagi in Italia.

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Alessandra Viola, Rosalba VitellaroIl pianeta di Greta

Il grido d’allarme della natura, raccolto da Greta e rivolto a tutti gli umani che si rifiutano di intervenire per salvare il pianeta.

Greta ha 13 anni e deve risolvere due grossi problemi. Quello che ha con i compagni di scuola, che la prendono in giro perché diversa e quello ancora piú grave che ha con il cibo. È talmente magra e debole che rischia di ammalarsi ma non riesce a ricominciare a mangiare come vorrebbe. Per farcela sa che deve trovare una motivazione forte, qualcosa che la stimoli a superare i suoi limiti.

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Dostoevskij, Memorie

Fëdor DostoevskijMemorie del sottosuolo

Non soltanto non ho saputo essere cattivo, ma non ho saputo essere niente di niente: né cattivo né buono, né canaglia né galantuomo, né eroe né insetto. E adesso passo i miei giorni qui nel mio cantuccio, burlando me stesso con la maligna e del tutto inutile consolazione che, comunque sia, una persona intelligente non può diventare sul serio qualcosa, giacché a diventar qualcosa ci riesce solamente l’imbecille.

Pubblicato nel 1864, Memorie del sottosuolo è il libro che annuncia i capolavori della maturità (Delitto e castigo uscirà appena due anni dopo). Già inconfondibilmente dostoevskiana è la voce che procede allo scandaglio dell’animo umano senza risparmiarsi nulla e senza indietreggiare davanti alle verità piú amare.

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Classe

Giorgio SciannaCose piú grandi di noi

Liceo Fermi, Minervino Murge (BT)
Docente: Maria Franca Tricarico
Classe: IV B scienze umane

Finale alternativo del romanzo di Giorgio Scianna, Cose piú grandi di noi

Marghe uscí dalla metropolitana per prendere aria; aveva bisogno di pensare, non sapeva che fare né dove andare. Sentí le prime gocce caderle sul volto ma rimase lí immobile, poi la pioggia aumentò e si accorse di essere bagnata fradicia. Il parco era vuoto, non c’era anima viva, di certo non poteva rimanere sotto l’impalcatura del faro che non la riparava dalle folate di pioggia che arrivavano a raffiche contro di lei. In lontananza vide una cabina telefonica, corse veloce sotto il diluvio e si chiuse dentro.

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978880625048HIG

Mario Rigoni SternIl sergente nella neve

Nell’inverno del 1944 ero prigioniero dei tedeschi in un paese verso il mar Baltico. Nevicava fitto, nevicava sempre. Io guardavo attraverso le piccole finestre della baracca ricordando la mia felice libertà nel paese lontano. E nel silenzio, tra il nevischio, mi ritrovai a ricordare compagni che la guerra aveva portato via. Improvvisamente mi tornarono veri, come stessi rivivendoli, i fatti che mi erano capitati l’anno prima […]. Presi allora un mozzicone di matita che conservavo nello zaino per quella mania che avevo di scrivere il mio diario, e su pezzi di carta racimolati in fretta incominciai a scrivere.

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