Fernanda AlfieriVeronica e il diavolo

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Un grande libro di storia culturale che si legge con la tensione di una storia gotica.

È il 23 dicembre 1834 quando due gesuiti bussano a una porta di via di Sant’Anna. Sono stati chiamati al capezzale di una giovane donna «ritenuta ossessa», Veronica Hamerani, per liberarla dagli assalti del demonio. Inizia cosí questa vicenda inquietante, di cui la storica Fernanda Alfieri compie un’accuratissima ricostruzione partendo dal ritrovamento di un manoscritto nell’Archivio generale della Compagnia di Gesú.

È il diario che gli esorcisti hanno tenuto durante i mesi in cui si è protratto il rito: non è solo un racconto disturbante, ma è anche la testimonianza straordinariamente viva delle tensioni di un’epoca. Da una parte lo sguardo della Chiesa, la convinzione che il Maligno abbia preso possesso del corpo della ragazza; dall’altra quello della medicina che vede le convulsioni di Veronica come una malattia curabile, l’isteria.

Veronica e il diavolo è uno spaccato affascinante e perturbante della nostra storia, del nostro rapporto con la scienza e col soprannaturale, dell’intreccio violento fra saperi e poteri.

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«Un libro che ogni appassionato di storia (e di scienza, cultura e storia delle donne) dovrebbe leggere. Rigoroso come un saggio, avvincente come un romanzo, scritto in una lingua densa che tracima come il fiume di Roma, il Tevere, il quale di tanto in tanto imbizzarrisce, si ribella al suo corso, e non si lascia rinchiudere nei confini del genere» (Melania G. Mazzucco su «il venerdí – la Repubblica».

«Un libro unico, che nasce direttamente dalla tenace, ostinata sensibilità di una storica fortemente impegnata nello studio dell’immaginario e dei vissuti femminili, della sessualità e della violenza di genere; ma anche straordinariamente attratta dalla scrittura, dalla capacità di un testo di restituire brandelli di vita» (Francesco Benigno, «il manifesto»).

«Fernanda Alfieri ha immesso sensazioni e impressioni personali nel racconto storico, entrandovi di riflesso, come attraverso uno specchio» (Adriano Prosperi, «La Stampa»).

«Alfieri coglie tutti gli sguardi di controllo che si stringono intorno al corpo di Veronica, che lo scrutano per interpretarlo, zittirlo e farlo parlare con le loro parole: a questo corpo cancellato e conteso, traversato dalle voci del Maligno, la scrittrice restituisce la dignità di immagine della nostra storia recente; intrecciando i rapporti fra scienza e soprannaturale, fra potere del bene e potere del male Veronica e il diavolo è un libro storico e un racconto gotico» (Marco Ercolani, doppiozero.com).

«Una lettura avvincente» (Giovanna Fiume, «L’Indice»).

«La riscoperta di storie come quelle di Veronica Hamerani contribuiscono a far emergere dall’oblio vicende complesse e affascinanti che si situano al crocevia tra la religione, la politica e le false credenze, ponendo in questo caso anche domande inaggirabili sul corpo femminile» (Matteo Moca, minimaetmoralia.it).

Su TGR Petrarca Veronica Alfieri racconta il libro: