Daniela Padoan Come una rana d’inverno
«Considerate se questa è una donna | Senza capelli e senza nome | Senza piú forza di ricordare | Vuoti gli occhi e freddo il grembo | Come una rana d’inverno». È con questa immagine scarnificata che Primo Levi, nell’incipit di Se questo è un uomo, indica la necessità di riflettere sulla condizione delle donne prigioniere ad Auschwitz. Eppure per molti anni la storiografia e la testimonianza hanno appiattito l’esperienza femminile in una declinazione universale, in un neutro linguistico che, dimenticando i corpi sessuati, ha reso opaca l’intenzionalità stessa dello sterminio.