Luigi EpicocoPer custodire il fuoco

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La realtà contemporanea vede da un lato la Terra destinata a uno scenario apocalittico. Dall’altro l’essere umano, interiormente fragile e spaesato. In questa situazione esiste ancora una speranza? C’è un fondamento, un motivo grande per cui vivere la vita, ma non dobbiamo piú cercarlo nei posti che conosciamo.

La vita umana, quando perde il suo fuoco, è destinata a diventare fredda come la morte. Questa nostra epoca pare aver smarrito il fuoco. Quando tutto smette di avere senso, l’unica cosa che sembra delinearsi davanti a noi è trovare qualcosa che ci distragga da questa assenza di significato. Viviamo vite imprigionate in un eterno intrattenimento, ed è difficile dissentire da una società che pare ormai organizzata solo per creare esigenze di consumi e vendere. Ma se tutto questo a un tratto finisse? Se tutto il mondo che conosciamo crollasse lasciando solo macerie e rovine? Che ne sarebbe di noi?

Cormac McCarthy (1933-2023), tra i piú grandi scrittori americani contemporanei, ha messo in scena un racconto nel suo romanzo La strada che conduce a un ribaltamento dello sguardo. Persino il padre protagonista del racconto di McCarthy nel suo pessimismo cosmico riesce a conservare al fondo di se stesso un desiderio di felicità. È la vita di quel figlio l’olio della sua fiamma, il combustibile vero del suo fuoco. Le persone felici sono quelle che hanno trovato il tesoro nascosto. Non hanno nulla, secondo la logica del mondo, ma hanno un motivo, un fuoco e per questo hanno tutto.

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«Il libro di Epicoco è una perla di senso che guida a comprendere che la speranza è un fuoco di passione che porta l’essere umano a sperare senza evadere dall’impegno e dalla responsabilità» (Enzo Bianchi, «tuttolibri – La Stampa»).

Su «Famiglia Cristiana» l’intervista di Antonio Sanfrancesco.

L’autore racconta il libro a TV2000: