Maura GancitanoErotica dei sentimenti

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L’educazione sentimentale è spesso confusa con le buone maniere, il bon ton, il galateo, vale a dire con un insieme di regole e codici considerati socialmente appropriati, a cui bisogna adeguarsi con ubbidienza. L’idea generale è che si tratti di un modello di comportamento che ha lo scopo di affrontare in modo razionale le pulsioni, le emozioni, i sentimenti, e tutti quegli aspetti della persona che per definizione sono romantici e travolgenti. Ma come si può invitare al controllo di qualcosa che è privato, intimo e che dovrebbe rimanere libero per definizione? Non sono proprio quei vissuti emotivi che ci rendono davvero noi stessi?

In realtà, l’educazione sentimentale è una pratica personale, che riguarda innanzitutto la cura della propria intimità. È un processo di analisi e risoluzione dei condizionamenti subiti e dei propri bias cognitivi. Ognuno di noi, infatti, ha un modo diverso di percepire il mondo, una sensibilità originale che non va soffocata in nome di un’idea «normale» di vivere la vita. Educare a riconoscere pulsioni, emozioni e sentimenti e a capire come relazionarsi con le altre persone non può prevedere dunque un percorso uguale per tutti. Significa invece mettere in discussione l’idea di normalità e offrire strumenti adeguati per la scoperta della propria unicità, la cura di sé e della propria salute mentale, senza censurarsi né nascondere i propri desideri.

Leggi un estratto.

«Un piccolo faro che illumina le strade piú buie del nostro cammino emotivo» (Serena Dandini su «Io Donna»).

«I giovani sentono il bisogno che si parli di relazioni e sessualità, sono gli adulti a non volerlo fare. E allora i ragazzi lo chiedono a internet, rischiando di imparare senza alcuna intermediazione, esposti a tutto, anche a troppo, in modo frettoloso e vorticoso»: racconta Maura Gancitano su «Vanity Fair», nell’intervista di Valeria Vantaggi.

«Il libro e il podcast inedito costituiscono un’operazione culturale transmediale molto interessante, che ha il pregio di farsi accessibile anche e soprattutto in funzione del tema che tratta, che è senz’altro delicato, complesso e profondamente politico» (Giorgia Loschiavo, doppiozero.com).

Su «La Stampa» l’intervista di Pasquale Quaranta.