attualità

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Tomaso MontanariLa terza ora d’arte

Centodiciassette opere, dall’età antica alle installazioni contemporanee, che ci restituiscono l’urgenza con cui l’arte non smette mai di parlarci.

Ora d’arte come ora d’aria in una prigione, perché il tempo che viviamo ci imprigiona dietro le sbarre dell’attuale, dell’effimero, e cosí rischiamo di scordarci di quanto nel profondo ci rende umani. E non c’è spazio, e tempo, migliore dell’arte per riprendere fiato, per respirare a pieni polmoni e riscoprire ciò che negli abissi del cuore fa di noi quello che siamo.

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Chiara ValerioLa tecnologia è religione

Che differenza c’è tra danzare per far piovere, e schiacciare un tasto per illuminare uno schermo? In entrambi i casi, un movimento del nostro corpo fa accadere qualcosa. Nel primo caso, la danza della pioggia si rivolge a una qualche divinità e il dispositivo che ne attiva l’intervento è il nostro corpo. Nel secondo caso il dispositivo è un prolungamento del corpo.

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Paolo GiordanoTasmania

Tasmania è un romanzo sul futuro. Il futuro che temiamo e desideriamo, quello che non avremo, che possiamo cambiare, che stiamo costruendo.

Ci sono momenti in cui tutto cambia. Succede una cosa, scatta un clic, e il fiume in cui siamo immersi da sempre prende a scorrere in un’altra direzione. La chiamiamo crisi. Il protagonista di questo romanzo è un giovane uomo attento e vibratile, pensava che la scienza gli avrebbe fornito tutte le risposte ma si ritrova davanti un muro di domande.

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Liliana SegreLa stella polare della Costituzione

«Se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione – peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi – fossero state invece impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese piú giusto e anche piú felice».

Nel centenario della marcia su Roma che dette inizio alla dittatura fascista tocca a Liliana Segre – che nel 1938 fu espulsa da scuola a causa delle leggi razziste e nel 1944 fu deportata ad Auschwitz – presiedere la prima seduta del Senato della XIX legislatura. Ne nasce un discorso memorabile, di rilevanza storica e civile, una dichiarazione d’amore per la Costituzione repubblicana, «non un pezzo di carta, ma il testamento di centomila morti caduti nella lunga lotta per la libertà».

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