Maurizio PagliassottiLa guerra invisibile

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Dalla rotta alpina italo-francese al confine turco-iraniano, Maurizio Pagliassotti, un brillante scrittore dalla penna acuminata, affronta un viaggio lungo seimila chilometri, in parte a piedi. E va alla scoperta dell’altro fronte di guerra interno, tra Europa e Asia minore: quello contro i migranti.

Un fronte di lunga durata, ben piú di quello ucraino, ma molto piú nascosto o del tutto invisibile. Una guerra vittoriosa perché il nemico, il migrante, alla fine è battuto, ridotto a vivere nascosto e braccato in piccoli gruppi lungo la rotta dei Balcani o in Turchia.

Il coraggioso progetto dell’autore è essere migrante tra i migranti, trafficante tra i trafficanti, anarchico tra gli anarchici: per raccontare aspirazioni, astuzie, sconforti e per dare un’idea molto da vicino di cosa sia il cuore oscuro dell’Europa. Un’idea sconosciuta a molti attori del dibattito pubblico e politico, che parlano e twittano sulla base di slogan e luoghi comuni.

Leggi un estratto.

«C’è un libro che oggi va letto perché dice quello che nessuno vuole sentirsi dire, ed è La guerra invisibile, di Maurizio Pagliassotti. Un libro che andrebbe letto, prima che dalla classe politica, dai ragazzi e dalle ragazze delle scuole italiane» (Andrea Bajani su «il manifesto»).

«L’ultimo libro di Maurizio Pagliassotti ci costringe a non distogliere lo sguardo. È il mestiere del giornalista, del reporter: e Pagliassotti lo fa davvero. Percorrendo, in buona parte a piedi, i seimila chilometri che vanno da Ventimiglia al confine tra Turchia e Iran. È un fronte bellico, dice Pagliassotti: i suoi occhi vedono una guerra, la sua scrittura la fa vedere anche a noi» (Tomaso Montanari su «Il Fatto Quotidiano»).

Su «Corriere Torino» l’intervista all’autore.