Fabio Geda Abitare l’altrove
Le storie servono a un sacco di roba, lo sappiamo: invitano ad aprirci allo stupore, educano alla bellezza, pongono quesiti esistenziali su noi e sul mondo. Ci intrattengono anche. Fanno ridere e piangere. Se serve ci schiaffeggiano, ci scuotono dal torpore, e se serve ci consolano — sí, anche quello, e diffidate di chi denigra il potere consolatorio delle storie. Ma uno dei motivi che, personalmente, piú mi hanno spinto nel corso della vita a farmi rapire da mondi di carta è quello che chiamerei: abitare l’altrove. Niente di complicato: si tratta di andare in luoghi geografici o dell’animo umano (quelli che chiamo panorami emotivi) in cui non sono mai stato, o in cui sono stato e mi piace tornare.