Giacomo Debendetti16 ottobre 1943

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Roma, Portico d’Ottavia, 16 ottobre 1943. Sono le 5.15 del mattino quando le SS fanno irruzione nelle strade del ghetto ebraico e rastrellano 1024 persone, tra cui 200 bambini. Due giorni dopo, dei vagoni piombati partiranno dalla stazione Tiburtina alla volta di Auschwitz. A tornare saranno in sedici. A raccontarci tutto questo è Giacomo Debenedetti: pagine brucianti dove a parlare è un coro sgomento e terribile da cui si staccano, solo per infinitesimi istanti, le voci dei protagonisti, subito sommerse e per sempre perdute.

Otto ebrei, cronaca che segue 16 ottobre 1943, evoca, invece, la figura di un commissario di Pubblica sicurezza che, dopo la guerra, per provare la sua fede antifascista, testimonia di aver salvato otto ebrei dall’eccidio delle Fosse Ardeatine.

Pubblicato per la prima volta nel dicembre ’44 sulla rivista «Mercurio» e accompagnato da una lunga fortuna editoriale, 16 ottobre 1943 è ormai considerato un classico della letteratura post-clandestina per il suo alto valore letterario e testimoniale.

Leggi un estratto.

«Debenedetti riesce a darci tutto ciò che avremmo potuto aspettarci da uno scrittore della famiglia di Defoe e Manzoni: sgomento della ragione di fronte alla furia irrazionale, carità religiosa, pietà storica, strazio esistenziale» (Alberto Moravia).

«Breve e splendido. Non possiamo fare a meno di ammirarne la straordinaria forza dello stile, trasparente come il vetro. Sembra che a parlare, nel racconto di Debenedetti, sia la stessa realtà. Le frasi si susseguono, alte, nitide, disadorne, severe, e su ciascuna di esse grava il peso d’una pietà immensa» (Natalia Ginzburg).

«Mi colpí, nella narrazione di Giacomo Debenedetti, lo stile pacato che celava sdegno, la prosa asciutta e disadorna che restituiva con maggiore efficacia crudeltà e tragedia» (Cesare Segre).

Federico Pace ha scritto del libro nel suo blog.

«Un libro sveltissimo e luminoso, una tra le piú sentite testimonianze della tragedia che si perpetrò il 16 ottobre del 1943 nei confronti della comunità ebraica» (Giacomo Verri, «Nazione Indiana»).

In un’intervista per Rai Letteratura, Antonio Debenedetti, figlio dell’autore, racconta com’è nato 16 ottobre 1943:

Moni Ovadia legge 16 ottobre 1943 a Rai Radio 3:

Schermata 2018-10-15 alle 16.42.26

 

A questa giornata è stato dedicato un sito che raccoglie foto, video, testimonianze: http://www.16ottobre1943.it/