Percorsi d’autore

Percorsi

La filosofia: l’arte di imparare a stare al mondoLeonardo Caffo

Siamo onesti. Spesso la filosofia, a scuola, non capiamo cosa sia. La prima volta che ci tocca ripetere le filastrocche di Parmenide sul «non essere» è uno strazio. Non è colpa dei professori quanto, piuttosto, dei programmi ministeriali un po’ datati (compromesso necessario?) Cosí, senza neanche accorgerci del problema, la storia della filosofia viene a coincidere con la «filosofia pura». Che danno! Allora cosa fare? Uno strumento ottimo sta nel far leggere ai ragazzi alcuni testi chiave della filosofia che, volutamente, riescano a trasmettere l’idea di una filosofia come scienza del pensiero utile. Per ragionare non serve sapere il pensiero di Hegel sulla dialettica o ciò che Kant riteneva necessario per condurre una vita morale. È piú utile costruire una cassetta degli attrezzi con i quali montare e smontare la struttura dei problemi che la vita ci pone ogni giorno (talvolta piú di una volta al giorno, purtroppo).

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Percorsi

La menzogna (e il perdono)Marco Peano

Ogni volta in cui mentiamo, che lo si voglia o no, stiamo costruendo una storia. Che si tratti di una cosiddetta «bugia bianca» – ovvero una menzogna pronunciata a fin di bene, spesso per non ferire qualcuno – o di una bugia vera e propria, l’arte di affermare qualcosa di non corrispondente al vero si perde nella notte dei tempi. Falsificare la realtà, però (e tutti noi ne abbiamo esperienza), non è affatto facile: quante volte accade di non ricordare ciò che si è inventato?

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Percorsi

Musica e letteraturaNicola Lagioia

Secondo qualcuno tutta l’arte aspirerebbe alla condizione della musica. Secondo altri «parlare di musica è come ballare d’architettura». In realtà, gli scrittori che si sono occupati di musica, hanno spesso dato vita a opere belle e avvincenti. Da una parte perché la musica (si pensi solo a cos’è stato il jazz e il rock nel Novecento) è una fucina inesorabile di storie, visto il modo in cui mescola vicende individuali e collettive. Dall’altra perché per scrivere «bisogna avere orecchio», e non di rado scrivere sulle ali della musica significa mettere le ali al proprio stile.

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