I libri

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Gaia RayneriPulce non c’è

«Pulce qualche volta piange, ma non sa dire che è triste; anzi, a volte sembra che non sappia nemmeno piangere, perché lo fa in un modo che non le scendono le lacrime, ma le piange solo la faccia. È difficile da spiegare, comunque non è molto importante, perché Pulce piange poco».

Pulce ha nove anni, beve solo tamarindo, ascolta Bach, fa sculture con il pecorino e va pazza per le persone arrabbiate. È una bambina allegra, a cui piace infilarsi negli abbracci degli sconosciuti, stritolarti piú forte che può. Ma non parla, perché è autistica. E quando un giorno, come tutti i giorni, mamma Anita va a prenderla a scuola, Pulce non c’è.

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Fortunato CerlinoSe vuoi vivere felice

«Quello che immagini, accade. Da qualche parte accade».

Pianura, periferia di Napoli, anni Ottanta. Chi ci abita lo chiama il Far West. Fortunato ha dieci anni e un’immaginazione sfrenata. È cresciuto in mezzo alla strada, tra sparatorie in pieno giorno e inseguimenti sul Califfone. Potrebbe raccogliere da terra la Smith & Wesson 357 Magnum di Patrizio, ’o figlio d’o bulldog, e mettersi a sparare come tutti gli altri. E magari fare anche la fine di Spaidermàn, chissà. Invece Fortunato ha un sogno piú grande di lui: andare lontano, schizzare via.

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Aldo MoroLettere dalla prigionia

«Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. […] Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo».

Sono trascorsi quarant’anni dal rapimento e dall’assassinio di Aldo Moro da parte delle Brigate rosse, tragico spartiacque della storia dell’Italia repubblicana. Nei 55 giorni di prigionia l’uomo politico scrisse un centinaio di lettere, qui pubblicate integralmente.

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Riccardo FalcinelliCromorama

Perché le matite gialle vendono di piú delle altre? Perché Flaubert veste di blu Emma Bovary? Perché nei dipinti di Mondrian il verde non c’è mai? E perché invece Hitchcock lo usa in abbondanza?

Intrecciando storie su storie, e con l’aiuto di 400 illustrazioni, Falcinelli narra come si è formato lo sguardo moderno, attingendo all’intero universo delle immagini: non solo la pittura, ma anche la letteratura, il cinema, i fumetti e soprattutto gli oggetti quotidiani, che per la prima volta ci fa vedere in maniera nuova e inconsueta.

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Mary ShelleyFrankenstein

«Io mi detti molto da fare per pensare una storia – una che potesse rivaleggiare con quelle che ci avevano indotto a quel compito. Una storia che parlasse delle paure misteriose insite nella nostra natura, e che risvegliasse brividi di orrore. Che facesse temere al lettore di guardarsi attorno, che gli facesse raggelare il sangue e accelerare i battiti del cuore».

Nel 1816 Lord Byron, durante una sera tempestosa nella sua villa a Ginevra, propone ai suoi ospiti – Mary e Percy Shelley, e William Polidori – di scrivere, per gioco, un racconto dell’orrore. Ricollegandosi al mito di Prometeo, Mary scriverà Frankenstein.

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Giancarlo VisitilliE la felicità, prof?

«Mi domando com’è possibile che una ragazza di diciotto anni senta di essere cresciuta troppo in fretta. Se è accaduto, è anche colpa nostra. Ci rimproverano di mostrarci arresi. Ci chiedono di insegnare loro a non rinunciare alla felicità. È questo che dovrei fare? So farlo?»

Giancarlo Visitilli racconta adolescenti disillusi ma non arresi, che chiedono agli adulti di crederci ancora. Questo docente inconsueto, fissato con don Milani e De André, vuole soprattutto capire «cosa passa nella testa dei ragazzi, a quale ritmo si muova il loro cuore», e perché troppo spesso definiscano il mondo dei grandi «un invito al massacro».

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Riccardo StaglianòLavoretti

«Siamo davvero pronti a riscrivere l’articolo 1 della Costituzione in un piú sincero, ma scoraggiante: “L’Italia è un Paese fondato sul lavoretto”? Preferirei di no. E allora prendete queste pagine come una sveglia il cui tempo è scaduto».

Perché di colpo arrotondare è diventato necessario? Cosa si nasconde dietro all’elogio della modernità e della cosiddetta «economia della condivisione»? Il nuovo capitalismo delle piattaforme digitali, tanto osannato come efficiente, green e socialmente giusto, sta invece causando il progressivo svuotamento del lavoro.

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Ester ArmaninoL’Arca

Quando un diluvio si abbatte sulle nostre vite, dobbiamo pensare a cosa mettere in salvo: i ricordi, le promesse, la strada percorsa assieme a chi amiamo e quella che percorreremo da soli una volta tornato il sereno. È ciò che fanno Teresa e Nadia, due sorelle divise dall’indole e da un segreto. Ma è soprattutto ciò che imparerà Pietro, sei anni, con un dinosauro di pezza nella mano e un barattolo per conservare i pensieri nell’altra.

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Marco BalzanoResto qui

L’acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile emerge dal lago. Sul fondale si trovano i resti del paese di Curon, in Sudtirolo, terra di confini e lacerazioni, un posto in cui nemmeno la lingua materna è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. E proprio a Curon, prima di essere spazzato via per sempre, abita una comunità che, aggrappandosi alla rabbia, sceglie di resistere.

«Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare».

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Tiziano ScarpaStabat mater

È notte, l’orfanotrofio è immerso nel sonno. Tutte le ragazze dormono, tranne una. Si chiama Cecilia, ha sedici anni. Di giorno suona il violino in chiesa, dietro la fitta grata che impedisce ai fedeli di vedere il volto delle giovani musiciste. Di notte l’assale la solitudine piú assoluta. E per combattere quel vuoto, scrive delle lettere alla persona piú lontana: la madre che l’ha abbandonata.

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