Consigliato dall’insegnante

Insegnante

Benedetta TobagiCome mi batte forte il tuo cuore

Silvia Vitucci (Roma)

Lessi Come mi batte forte il tuo cuore. Storia di mio padre di Benedetta Tobagi quando uscì, nel 2009, e mi piacque moltissimo, per la sua scrittura tersa e per il modo in cui dimensione pubblica e privata sono inestricabilmente intrecciate. Mi colpì molto l’editoriale che gli dedicò Ferruccio De Bortoli sul «Corriere della Sera», essendomi ritrovata in particolare in queste parole: «Un libro che andrebbe letto anche a scuola. Noi ci auguriamo leggendo queste pagine così belle e nobili di non dover più rivivere gli anni di piombo, anche se ne vediamo ripetersi alcuni dei sintomi. E immersi nel liquido a volte maleodorante della nostra contemporaneità, ci domandiamo, con senso di angoscia, come ci ricorderanno i nostri figli. E se stiamo facendo di tutto per consegnare loro una società migliore».

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Insegnante

Antonella OssorioLa mammana

Erminia d’Auria (Cava de’ Tirreni)

«La mammana racconta e volge allo sguardo del lettore quelle verità che non si vedono, si sentono con il cuore. Quando stavo per acquistare questo libro, incrociai lo sguardo della mia prof. di lettere e lei mi disse: “Sono sicura che a te piacerà molto!”»

Questo è ciò che una mia alunna ha scritto in un compito in classe dopo aver letto il romanzo di Antonella Ossorio. Autrice di libri per ragazzi, Antonella Ossorio è riuscita, con un romanzo forte ed intenso, ad arrivare al cuore di tutti i miei studenti, che l’hanno acclamata come una rockstar durante l’incontro che si è tenuto presso il nostro Liceo.

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Insegnante

Roberto VecchioniLa vita che si ama

Elena Tamborrino (Maglie)

Se è vero che la vita è fatta di «momenti di trascurabile felicità», come sostiene Francesco Piccolo in un suo libro di qualche anno fa, è anche vero che quella stessa felicità si può cogliere in occasioni e circostanze che hanno respiro più ampio, che dobbiamo andare a scovare nella memoria e che sono legate a persone ed episodi che presentano uno scarto rispetto a quello che «normalmente» ci si può aspettare da consuetudini e paradigmi. In realtà nulla è davvero perfettamente «normale», integrato in un sistema, se sappiamo leggere tra le righe della vita e trovarci l’aspetto insolito e inaspettato, spesso risolutivo, che poi ci fa dire «questa è la felicità».

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Insegnante

Frances Hodgson BurnettIl giardino segreto

Angela Pesce (Bologna)

«Da bambina non ero una gran lettrice» inizia così l’introduzione di Alice Sebold del Giardino segreto di Frances Hodgson Burnett.

Sei ragazzi di seconda media scelti per partecipare a un gruppo pomeridiano di recupero. Ecco, di certo neppure in questo caso si tratta di gran lettori. Ci sono ragazzi che escono dalla scuola media senza avere mai letto un libro, un libro intero, un libro da soli, un libro in camera la sera, un libro in spiaggia, un libro per piacere o per dovere. Non leggono e basta. Perché leggere è difficile, perché si trovano in situazione di difficoltà dal punto di vista linguistico o dal punto di vista sociale. I primi, di recente immigrazione, incontrano l’ostacolo della lingua italiana ancora in parte segreta; i secondi non hanno trovato spazio per i libri all’interno di vite faticose, di vite senza adulti di riferimento, di vite senza case. Alcuni tentano la lettura e l’abbandonano, altri la rifiutano a priori. Entrambi provano rabbia verso i libri, la collera di chi non può scegliere se leggere o no, di chi semplicemente non può.

La collera di Mary Lennox, la protagonista del Giardino segreto.

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Insegnante

Giacomo MazzariolMio fratello rincorre i dinosauri

Giuditta Casale (Potenza)

Uno dei titoli presentati nelle ultime settimane dell’anno scolastico appena terminato è Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol. Una storia d’amore, appassionata e non priva di spine. Una prosa immediata con l’ingenuità e la chiarezza del dettato che hanno sempre una certa presa su lettori alle prime armi. La possibilità di aggiungere alla lettura il video A simple interview da cui tutto è partito.

Giacomo aspetta un fratellino. Lo comunicano i genitori in un parcheggio vuoto, una domenica pomeriggio, a lui di cinque anni, e alle due sorelle: Alice di due e Chiara di sette. «I nostri genitori sospirarono e si rivolsero l’un l’altro uno sguardo che non seppi tradurre; tra loro scorreva un’energia strana, un fiume di coriandoli luminosi».

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Insegnante

Beppe FenoglioUna questione privata

Paola Biscoglio (Orbassano, Torino)

Nebbia inafferrabile e tangibile, come un gregge di pecore, delle lenzuola oscillanti, un mare bianco latte. Amore tra presenza e assenza. Sono questi i ricordi del mio primo approccio alla letteratura sulla Resistenza, attratta da una annunciata visione «privata» di una storia collettiva.

Il partigiano Milton, protagonista di Una questione privata, percorre il viale d’accesso della casa della donna amata, quella Fulvia che, riemergendo dai ricordi, spera possa essere salvezza e futuro. Ma il romanzo, che incede con andamento classico alternando riflessioni dialoghi e descrizioni, si avviluppa nell’ipotesi di un tradimento; tra ricerche e domande senza risposta, Milton crolla, a un metro dal muro, forse perché ciò che conta non è la fine ma il percorso, che non porta alla donna amata ma al cuore contraddittorio dell’Uomo.

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Insegnante

Silvio D’ArzoCasa d’altri

Francesco Targhetta (Conegliano, Treviso)

«Senza dubbio, uno dei migliori libri che io abbia mai letto». Sorrido, leggendo il finale perentorio con cui una studentessa di quinta ginnasio suggella la sua recensione a Casa d’altri di Silvio D’Arzo – che avevo consigliato, in alternativa ad altri due libri, come lettura natalizia. Avevo avvertito la classe: «È un racconto lungo in cui si narra l’incontro tra un prete e una vecchia in un paesino di montagna. E no: non è una storia d’amore».

Se c’è un pregiudizio duro a morire, quando si è giovani lettori, è il contenutismo, secondo l’equivalenza: libro triste = libro brutto. Da insegnante, ho sempre deciso di affrontare questo atteggiamento di petto, senza mai considerare, se non in casi estremi, il criterio dell’effetto depressivo, con la speranza, dopo le discussioni in classe, che anche lo studente più legato al culto del lieto fine («ma prof, che peso, alla fine muoiono tutti!»), si renda conto come sia la bellezza a darla, la felicità. E la bellezza può stare ovunque: persino a Montelice.

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Insegnante

Jack LondonZanna Bianca

Giusi Marchetta (Torino)

Zanna bianca è stato il mio primo libro. C’erano stati dei fumetti prima, fiabe, testi illustrati, ma niente che somigliasse a un romanzo vero come quello che leggevano i grandi.

Un lupo con un quarto di cane nel sangue combatte contro la natura crudele di uomini e animali che lo circondano prima di riscoprire un briciolo di umanità e la possibilità di essere felice: mi sembrò bellissimo.

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