storia
Primo Levi La tregua
IISS Cezzi De Castro Moro, Maglie (LE)
Classe: III A CAT
Docente: Elena Tamborrino
«Giunsi a Torino il 19 di ottobre, dopo trentacinque giorni di viaggio: la casa era in piedi, tutti i familiari vivi, nessuno mi aspettava».
Bastano queste poche parole per riconoscere il senso del viaggio maledetto di Primo Levi, all’epoca giovane chimico torinese di famiglia ebraica, iniziato in Se questo è un uomo dove si narra della deportazione e della prigionia ad Auschwitz, e terminato con il racconto di un ritorno a casa, ne La tregua, scritto tra il 1961 e il 1962 e pubblicato da Einaudi la prima volta nel 1963, ben diciotto anni dopo le terribili esperienze vissute dall’autore.
Walter Barberis Giorno della memoria
Al termine della Seconda guerra mondiale, uno strano silenzio copriva la tragedia della Shoah. Dopo la caduta del nazismo in Germania e dei fascismi in varie parti d’Europa, dopo la vittoria degli Alleati contro i tedeschi, dopo gli episodi gloriosi dei vari movimenti di resistenza contro i regimi dispotici, pareva che l’unica via di uscita verso un futuro di pace e un nuovo progresso fosse dimenticare quanto prima gli orrori della guerra. Guardare avanti era il sentimento più diffuso. In particolare, pareva scomodo e senza vere spiegazioni quel tremendo episodio che aveva visto eliminare milioni di ebrei nei campi di sterminio, nelle camere a gas e nei forni crematori. Come se fosse stato frutto di una allucinazione, di una mostruosa follia da parte degli assassini nazisti; e di una remissività quasi colpevole da parte delle vittime, entrambi intrappolati nelle spire di una cultura del razzismo senza via di scampo.
Benedetta Tobagi Come mi batte forte il tuo cuore
«Hanno ucciso papà. Ma queste cose succedono nei film, non può essere vero. I compagni dell’asilo non mi credono. Allora insisto: “Hanno ammazzato papà, gli hanno sparato, bum! bum!, con la pistola” e mimo con le dita la forma dell’arma. Una P38».
Milano, 28 maggio 1980. Alcuni membri della «Brigata XXVIII marzo», formazione terroristica di sinistra, sparano a Walter Tobagi, una delle firme piú prestigiose del «Corriere della Sera», uccidendolo. Benedetta ha soli tre anni, conserva di lui qualche ricordo e una grande incolmabile mancanza.
Elsa Morante La storia
Roma, 1941. Ida Ramundo è una giovane maestra di origine ebraica rimasta vedova, che vive nel quartiere popolare di San Lorenzo con il figlio Nino, ragazzo esuberante e spavaldo, dapprima fervente fascista, poi partigiano. Ad incrociare la sua strada, un giorno, è un giovanissimo militare del Reich, di nome Gunther, che sta vagando in cerca di una donna che lo consoli della triste condizione di soldato. E preso da una furia incotrollabile, ne abusa. Da questo atto di violenza nasce il piccolo Useppe, che si trova a crescere gracile e malato tra gli stenti e la fame di una Roma occupata.
Antonella Ossorio La mammana
Può una storia ambientata nel regno di Napoli a metà Ottocento essere così contemporanea? Sì, perché Antonella Ossorio narra di una diversità senza tempo, e al tempo stesso della libertà di cercare la propria identità.
Al centro del romanzo ci sono infatti due solitudini speciali che sapranno conquistare il proprio posto nel mondo, sfidando ogni destino già scritto. Perché quello che siamo è ciò che scegliamo di essere ogni giorno.
«Eppure a vederli parevano una famiglia come le altre. Anzi, quasi come le altre, perché né la bellezza di Lucina né il candore di Stella erano merce comune».
Chiara Frugoni Vita di un uomo: Francesco d’Assisi
«Francesco si trovò improvvisamente solo con se stesso. Era inverno: cominciava la nuova vita in mezzo ai disagi del freddo, poco coperto, senza più una casa, senza la famiglia».
Infanzia e giovinezza, il distacco dalle ricchezze familiari, i compagni, il rapporto con Chiara, il dialogo conflittuale con i vertici della Chiesa, i viaggi in Africa e Terra Santa, l’elaborazione di una risposta cristiana non aggressiva di fronte all’infedele, le stimmate e il lungo addio alla vita. Con uno stile semplice e limpido, molto francescano, Chiara Frugoni, la più accreditata studiosa di Francesco, riesce a far rivivere in modo straordinario un uomo semplice e affascinante, che si è fatto carico delle ingiustizie della società con un’apertura mentale e uno spessore fuori dall’ordinario.
Wu Ming L’armata dei sonnambuli
La Rivoluzione francese può appassionare i ragazzi come un romanzo? Sì, se a raccontarla è il collettivo di scrittori Wu Ming che ha dimostrato di saper coniugare rigore storico e gusto della narrazione.
Ian McEwan Espiazione
«Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva qualcuno e ti insegna qualcosa sul tuo conto».
Briony Tallis ha tredici anni, vuole fare la scrittrice e pensa che le persone, l’amore e la vita debbano obbedire sempre al suo sguardo ancora di bambina. Spaventata dal legame tra la sorella maggiore Cecilia e il figlio della loro donna di servizio, Robbie, accusa ingiustamente il ragazzo di un crimine terribile.