Davide ContiGli uomini di Mussolini

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Al termine della Seconda guerra mondiale molti tra i piú alti vertici dell’esercito o degli apparati di forza del fascismo furono accusati di omicidi e torture, ma nessuno venne mai processato o epurato. Nessuno fu mai estradato all’estero o giudicato da un tribunale internazionale. Diversi di loro furono invece coscientemente reintegrati nei loro posti di responsabilità, dando corpo a quella «continuità dello Stato» che rappresentò una pesante ipoteca sull’Italia repubblicana.

Attraverso l’analisi di una gran mole di documenti, Conti ricostruisce le vicende personali e i profili militari di alcuni dei principali funzionari del regime di Mussolini e illumina uno dei passaggi piú appassionanti e controversi della nostra storia.

Leggi un estratto.

«Un libro importante che svela verità sommerse e fa capire le meccaniche di tanti misteri del passato prossimo, da piazza Fontana al delitto Moro all’assassinio del generale dalla Chiesa» (Corrado Stajano, «Corriere della Sera»).

«Un intreccio di storie individuali che si incastrano all’interno di un duplice schema: quello italiano e una cornice superiore, ovvero il quadro geopolitico delineatosi alla fine della guerra» (Liborio Conca, «il Tascabile»).

«Compito della storia è avvicinarsi il piú possibile alla verità, ecco perché ritengo utilissimo che Davide Conti torni a occuparsi del pervicace rifiuto del nostro Stato di fare i conti con le colpe piú indegne e vergognose del proprio passato fascista» (Otello Lupacchini, «il Fatto Quotidiano»).

«Le biografie prese in esame consentono di illuminare alcuni dei nodi piú significativi della storia dell’immediato secondo dopoguerra» (Chiara Giorgi, «il manifesto»).