Cesare Pavese La luna e i falò
All’indomani della Liberazione, dopo molti anni passati in America, Anguilla fa ritorno al paese delle Langhe in cui è cresciuto. Eppure, a Santo Stefano Belbo tutto sembra essere rimasto uguale, immobile: «stessi rumori, stesso vino, stesse facce di una volta. I ragazzetti che correvano tra le gambe alla gente erano quelli; i fazzolettoni, le coppie di buoi, il profumo, il sudore, le calze delle donne sulle gambe scure, erano quelli. E le allegrie, le tragedie, le promesse in riva a Belbo». Anche Nuto, l’amico di sempre, è ancora là. E con lui Anguilla decide di ripercorrere i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza alla ricerca delle proprie radici.