Bruno MaidaI treni dell’accoglienza

16+

Un’operazione esemplare di solidarietà per i bambini tra le macerie del dopoguerra.

Tra il 1945 e il 1948 l’Unione donne italiane e il Partito comunista organizzano un trasferimento di massa di decine di migliaia di bambini provenienti da famiglie povere di diverse parti d’Italia, prima da Milano e Torino, poi in gran parte dal Mezzogiorno, portandoli in zone dove le condizioni di vita sono relativamente migliori. L’Emilia-Romagna è l’area che ne accoglie il maggior numero, ma è coinvolta buona parte delle regioni italiane. L’operazione è pensata per consentire all’infanzia povera di affrontare i mesi invernali, i piú difficili per le condizioni alimentari e climatiche. Spesso però i bambini si fermano per periodi piú lunghi, a volte tornano negli anni successivi e alcuni decidono di restare con le famiglie che li hanno accolti.

Questi treni, chiamati «treni della felicità», sono il simbolo di una complessa operazione di assistenza all’infanzia nella quale, nei primi anni del dopoguerra, è impegnato un gran numero di organizzazioni nazionali e internazionali, partiti, sindacati, enti pubblici e privati, laici e confessionali. È un crocevia nella storia di solidarismo dell’Italia novecentesca ma è al contempo il luogo in cui si intrecciano quattro significative questioni che segnano il secondo dopoguerra: la povertà come categoria economico-sociale; le politiche di assistenza per l’infanzia; il protagonismo femminile in una difficile lotta tra passato e presente; e le modalità con cui il Partito comunista traduce nella società il suo progetto di partito nuovo e nazionale.

Leggi un estratto.

«Un vero e proprio vivido ritratto dei tanti mondi frammentati, socialmente, economicamente, geograficamente, dell’Italia di allora, protesa a ritrovare le ragioni dell’essere unita come nazione e come Stato» (Angelo Varni, «Il Sole 24 Ore»).

«Un volume impegnato, che ricostruisce in dettaglio la storia di questa odissea, già tratteggiata da alcuni saggi e poi dal romanzo di Viola Ardone, Il treno dei bambini» (Francesco Benigno, «Alias – il manifesto»).

«Una narrazione che l’autore conduce attraverso una vasta documentazione che raccoglie anche e soprattutto le testimonianze di chi fu protagonista di quella esperienza, ancora oggi toccante per gli infiniti episodi di umana solidarietà che la costellarono» (Sergio Caroli, «Giornale di Brescia»).

Su Rai Radio 1 Bruno Maida e Viola Ardone parlano di questa pagina dell’Italia del dopoguerra:

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L’autore presenta il libro al Centro Culturale Primo Levi di Genova: