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Giacomo PapiI fratelli Kristmas

Cosa succederebbe se la notte del 24 dicembre Babbo Natale si ammalasse?

Con una febbre da cavallo e una tosse spaventosa, l’anziano Niklas Kristmas, alias Babbo Natale, non può uscire al freddo per consegnare i regali. Ma i bambini stanno aspettando questo giorno da un anno e non si può assolutamente deluderli. L’unica soluzione allora, è quella di chiamare Luciano, il fratello minore, un tipo ribelle con strane idee in testa: le redini del Natale – e delle renne – sono nelle sue mani.

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Paolo CognettiLe otto montagne

«Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa».

Pietro è un ragazzino di città. La madre lavora in un consultorio di periferia, farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un solitario, e torna a casa ogni sera carico di rabbia. Ma sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo. La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.

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Melania MazzuccoIo sono con te

«Non sapevo dove mi stavano portando. Sapevo solo che non sarei mai tornata».

Brigitte arriva alla stazione Termini un giorno di fine gennaio. Addosso ha dei vestiti leggeri, ha freddo, fame, non sa nemmeno bene in che Paese si trova. È fuggita precipitosamente dal Congo, scaricata poi come un pacco ingombrante. La stazione di Roma diventa il suo dormitorio, la spazzatura la sua cena. Eppure era un’infermiera, madre di quattro figli che ora non sa nemmeno se sono ancora vivi. Quando è ormai totalmente alla deriva l’avvicina un uomo, le rivolge la parola, le scarabocchia sul tovagliolo un indirizzo: è quello del Centro Astalli, lí troverà un pasto, calore umano e tutto l’aiuto che le serve. Di fatto è un nuovo inizio, ma è anche l’inizio di una nuova odissea.

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Elsa MoranteLa storia

Roma, 1941. Ida Ramundo è una giovane maestra di origine ebraica rimasta vedova, che vive nel quartiere popolare di San Lorenzo con il figlio Nino, ragazzo esuberante e spavaldo, dapprima fervente fascista, poi partigiano. Ad incrociare la sua strada, un giorno, è un giovanissimo militare del Reich, di nome Gunther, che sta vagando in cerca di una donna che lo consoli della triste condizione di soldato. E preso da una furia incotrollabile, ne abusa. Da questo atto di violenza nasce il piccolo Useppe, che si trova a crescere gracile e malato tra gli stenti e la fame di una Roma occupata.

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Paola MastrocolaNon so niente di te

«Nessun genitore deve volere il meglio per suo figlio. E sai perché? Perché non lo sa cos’è meglio per lui».

È un mattino di novembre e nella sala di uno dei più prestigiosi college di Oxford si sta per tenere una conferenza sulla crisi dei mercati. Ma la sua apparizione, Filippo Cantirami, giovane e brillante economista italiano, la fa seguito da un gregge di pecore, lanose, ordinate e moderatamente zelanti. Eppure non dovrebbe essere lì: perché non è a Stanford a finire il dottorato e a inseguire quella carriera nel mondo della finanza che i genitori tanto sognano per lui? Cosa sta realmente facendo? Qual è il segreto che lo lega al compagno Jeremy?

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Paolo Di PaoloTempo senza scelte

«Il mio tempo non mi ha messo alle strette, alla prova»: è da qui, per contrasto, che nasce la curiosità e la volontà di raccontare storie di esseri umani di fronte a un bivio. Che siano personaggi di storie inventate, di romanzi e di miti, o giovani temerari realmente esistiti, figure della filosofia e della grande letteratura – Kierkegaard, Melville, Gobetti, Benjamin, Calvino – tutti sono alle prese con decisioni drastiche, estremiste, e soprattutto durevoli. È grazie alle scelte che si diventa ciò che si è, che si decide il proprio futuro. E oggi?

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Classe

Elvira SeminaraAtlante degli abiti smessi

Liceo scientifico – linguistico Archimede, Acireale (CT)
Classe: II B/L, II D/L, III A
Docente: Elisabetta Granieri Galilei

Tra le pagine di Atlante degli abiti smessi è narrata una storia particolare: la storia del legame sdrucito, «come un lenzuolo che ha subito troppi lavaggi, vestito troppi letti», tra la protagonista Eleonora, la quale si trasferisce a Parigi dopo la morte dell’ex marito, e la figlia Corinne, che, nonostante venga raggiunta dalle cartoline della madre con puntualità, non le risponde.

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Kazuo IshiguroIl gigante sepolto

Il leggendario re Artú è morto ormai da tempo, ma la pace che egli ha imposto sulla futura Inghilterra, dilaniata dalla guerra intestina tra sassoni e britanni, perdura. Eppure, nella dimora angusta degli anziani coniugi Axl e Beatrice, sembra non esserci spazio per alcuna pace: una nebbia dilagante che sta man mano avvolgendo ogni villaggio del regno ha provocato loro un’inspiegabile amnesia.

L’unica cosa che riescono a ricordare è di avere un figlio, ma dove viva o cosa li ha separati rimane ignoto. Perciò, prima che anche questo unico ricordo si perda per sempre insieme a quello a cui tengono di più, decidono di intraprendere un viaggio per scoprire l’origine della nebbia incantata.

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Percorsi

Gabriele Di FronzoIl regno degli animali

Spesso fanno la loro comparsa in copertina, ritratti e fotografati, in posa oppure no, e sono balene con giusto la pinna caudale fuori dall’acqua, cani dagli occhi luminescenti, farfalle su pistilli gialli, tigri che zompano nella neve o grandi uccelli dalle ali favolosamente spiegate.

Trovarli in un libro è per metà catturarli e per metà affievolire la nostalgia di un tempo in cui eravamo piú insieme di adesso. Hanno poteri magici, sono mostruosi ma pure attraenti. Si stagliano sulla figura umana, sinuosi e fantasmagorici, ben piú vivi di quelli di pezza. Sono addomesticati e adorati. A branchi o da soli, compagni del nostro tentato ritorno al regno animale o evidenze di una distanza irrecuperabile, scandiscono la distanza tra noi e la natura. Attraverso di loro conosciamo i nostri sensi di colpa, i pentimenti. Davanti a loro abbiamo paura, davanti a loro non nascondiamo le lacrime. Gli animali sono sempre presenze complici e stregonesche che a volte ci atterriscono, ma che intanto prendiamo per mano per arrivare da qui a là.

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