Classe

Lidia Beccaria RolfiL’esile filo della memoria

Liceo scientifico C. Cafiero, Barletta
Classi: V C
Docente: Anna Valente

Lavoro realizzato dagli studenti a partire dalla lettura de L’esile filo della memoria di Lidia Beccaria Rolfi.

Mai ex deportata. Un seme d’umanità sotto le cicatrici della deportazione

«Solo la memoria custodisce e sottrae alla pericolosa rapina dell’oblio il passato, trascinandolo con sé e attestandone, giorno per giorno, la sopravvivenza necessaria in un presente che è storia lungamente protrattasi».

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Speciale estate 2023

978880626035HIG

Andrea MarcolongoSpostare la luna dall’orbita

L’ultima settimana di maggio, in un negozio di Parigi specializzato in articoli da montagna, Andrea Marcolongo ha comprato un letto da campo, un sacco a pelo e una torcia. La sera successiva ha aperto il letto da campo e steso il sacco a pelo non in cima alla vetta di una montagna, ma nella sala deserta di uno dei piú importanti musei del mondo. La luce della torcia si è allora mescolata a quella della luna correndo sui marmi della sala, scolpiti da Fidia nel secolo glorioso di Pericle, sulle presenze e soprattutto sulle assenze.

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978880625769HIG

Gianni SollaIl ladro di quaderni

Tora e Piccilli (a nord di Caserta), settembre 1942. Davide trascorre le giornate, a volte anche la notte, coi maiali ai quali fa la guardia: li conosce cosí bene da chiamarli per nome. Zoppica dalla nascita, e per questo è deriso dai coetanei e maltrattato dal padre. Solo Teresa, che lavora nella corderia di famiglia e passa tutto il tempo libero a leggere, ha il coraggio di prendere le sue difese. Davide non riesce a immaginare altra vita che quella a Tora. Teresa invece non fa che ripetere che un giorno se ne andrà lontano, e Davide sa che dice la verità.

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Classe

Paolo MalagutiIl Moro della cima

ITE Fermi, Santo Stefano di Cadore (BL)
Classe: V A
Docente: Alessandra Tacus

Esercizio di scrittura creativa a partire dalla lettura de Il Moro della cima di Paolo Malaguti

Nel ventre della montagna

Il Moro iniziò a calarsi nella cavità della montagna in un silenzio tanto intimo e spirituale quanto l’atmosfera che lo circondava; l’oscurità assoluta gli rese necessario affidarsi ai confusi e roboanti rumori prodotti dall’eco, nonché ai pochi indizi offerti dal contatto gelido e inaspettato con le pareti rocciose.

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