Valerio MagrelliExfanzia

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Valerio Magrelli ha affrontato a piú riprese, in poesia e in prosa, il tema dell’infanzia, anche attraverso pagine autobiografiche. Questo è il suo libro della maturità, ma l’infanzia e l’adolescenza non scompaiono del tutto: vengono viste come in uno specchio. Immagini rovesciate da interpretare da un altro punto di vista e con altre prospettive.

Infanzia e vecchiaia spesso convivono, come nella poesia in cui si dice: «Mi sento cosí impaurito e solo al mondo | che perdo gli oggetti, uno a uno. | Per farmi ritrovare da qualcuno? | O alleggerisco il carico | per non andare a fondo?» La figura di Pollicino, che torna anche in un poemetto successivo, rimanda all’immaginario piú tipico del mondo infantile, alla paura di perdersi, ma il perdersi, in un’altra poesia, viene confessata come caratteristica di tutta una vita: sbagliare la strada in un viaggio, confondere una città con un’altra. I residui di infanzia hanno conformato un’intera esistenza ma ora, alle soglie della vecchiaia, prendono tutto un altro aspetto. Sono e non sono piú quello che erano. L’infanzia diventa oggetto di sguardo, piú che di autoanalisi. È la tenerezza nei confronti dei figli o dei ragazzi graffitari. Il punto di vista è ora la vecchiaia, l’«ultima cima» da salire che si avvicina.

Ma il fascino di questo libro è che l’«ex» ribalta ma non cancella l’«in». Tutto si tiene insieme. Cosí come insieme al tema generazionale scorrono altri temi, piú laterali in questo libro rispetto ai libri precedenti, ma non meno importanti: la malattia, il «sangue amaro», la musica, la cultura pop. Sempre con quella capacità che è tipica di Magrelli di partire da una scena o da una constatazione e trasformarle in un percorso mentale inatteso, illuminante o, spesso, inquietante.

Leggi un estratto.

Exfanzia si è aggiudicato il Premio Napoli 2022.

«Con la ben nota e giustamente acclamata signoria del verso che ne fa il poeta che è, Valerio Magrelli riesce a innestare un’acquisizione di grana intellettuale in un discorso dove la parola risuona dell’intelligenza del cuore» (Renato Minore, «Il Messaggero»).

«Vivere è nascere giorno dopo giorno, scriveva Marìa Zambrano: forse è questo che, in Exfanzia, Magrelli prova a fare, seppur nei limiti della parola poetica. Forse è questo ciò che anche lui vuole dirci» (Niccolò Nisivoccia, «Il Sole 24 Ore»).

«È quella di Magrelli una poesia che si trova come incalzata dalla necessità di raccontare un nuovo scenario, quello del precario passaggio degli anni, e il poeta lo fa a volte con ironia, a volte con profonda malinconia, ma pure con un guizzo vitale, che tende a rimettere il discorso in uno slancio» (Loretto Rafanelli, «Gazzetta di Parma»).

Su doppiozero.com l’intervista di Igor Pelgreffi all’autore.

Valerio Magrelli racconta la raccolta di poesie a TV2000: