Marcello FoisL’invenzione degli italiani

IIS De Sanctis Deledda, Cagliari
Classi: V F
Docente: Simona Pirosu

L’invenzione degli italiani, di Marcello Fois appare un libro particolarmente realistico, in virtú della critica effettuata nei conforti della concezione idealizzata del popolo italiano, espressa da De Amicis all’interno del libro Cuore. Difatti quest’ultimo designa gli italiani come un popolo unito di «brava gente» basandosi quasi esclusivamente sull’immaginazione, come l’autore stesso afferma all’interno del libro cuore: «in me l’immaginazione tiene luogo di tutto, o meglio fa le parti di tutto».

Ne consegue il fatto che nella loro rappresentazione non venga preso in considerazione il contesto storico, e venga infatti delineato un popolo omogeneo e unito, nonostante l’Unione d’Italia (1861) si sia verificata solo pochi anni prima rispetto alla pubblicazione del libro, in un contesto in cui il processo di unificazione effettivo si trova ancora agli esordi.

Questa tendenza a idealizzare la si riscontra anche a livello individuale nell’incontro avuto con Alessandro Manzoni, il quale viene descritto con vanità ed enfasi da De Amicis, quasi come se avesse ricevuto «un’investitura», quando in realtà, probabilmente, si è trattata di una semplice visita come tante.

Un’altra prova a favore dell’ambiguità del personaggio trova la sua manifestazione nel fatto che la stessa madre non risulta in grado di comprendere la natura del figlio, come testimonia la lettera del 12 febbraio 1872 destinata ad Emilia Peruzzi: «se non le ho detto il mio pensiero riguardo il cuore di Edmondo è perché è troppo imbarazzante definirlo, vi è un misto di sensibilità e di durezza che non so proprio come possano stare insieme».

Tuttavia, nonostante le molteplici critiche effettuate nei confronti della concezione idealizzata dell’Italia di De Amicis, è lecito mettere in evidenza anche i valori positivi di cui si fa portatore il libro Cuore, quali la volontà di non focalizzarsi esclusivamente sui nostri difetti e, come puntualizza Fois, la volontà di «salvare gli italiani da sé stessi».

Ma il fatto che De Amicis si focalizzi sugli aspetti positivi non tenendo conto dei difetti, o ponendoli sullo sfondo, non fa di lui una personalità ingenua: egli, infatti, è sicuramente consapevole dei difetti che popolano l’Italia.

Questo è ad esempio testimoniato dalla stesura del libro Amore e ginnastica, in cui trattando il tema dell’emancipazione femminile, si mostra particolarmente interessato nei confronti della situazione delle donne in una società ancora fortemente patriarcale, offrendo dunque un’altra versione di sé.

Inoltre, è ammirevole anche il fatto che nel libro Cuore non si possa individuare la presenza della sfera religiosa, il che fa di esso un libro laico da cui ne consegue un successo propriamente autentico che non ha avuto alcun sostegno da parte della Chiesa. Il successo riscontrato è stato infatti straordinario, non a caso risulta uno dei dieci libri italiani piú tradotti al mondo; tale successo ha concesso di fornire una visione positiva del popolo italiano anche all’estero.

Dunque alla luce di queste considerazioni, possiamo sicuramente affermare come la lettura di questo libro risulti particolarmente illuminante, in quanto si propone di individuare le contraddizioni interne all’opera di De Amicis, ma allo stesso tempo ribadisce i motivi che si celano dietro la concezione idealizzata dell’Italia offerta dal libro Cuore.

Sara e Chiara