Gaia Rayneri Lettere, numeri e punti interrogativi. Raccontare l’universo su rettangoli di carta
Gli scienziati, perlomeno alcuni, sono persone simpatiche. Spesso, nei loro libri si trovano appelli alle cosiddette «persone normali» (quelle che nessuno di noi ha mai incontrato: qui è per intendere i non addetti ai lavori). L’idea per la prossima grande scoperta scientifica, dicono, potrebbe venire in mente a chiunque, non importa che professione svolga o quanto abbia studiato. Perciò, è importante che nessuno si perda d’animo, che la scienza torni a essere considerata qualcosa che riguarda tutti (visto che parla dell’universo in cui non solo abitiamo, ma che al tempo stesso siamo), e che manteniamo vivo lo sguardo di meraviglia che serve a farsi le domande giuste. I libri, quelli belli, fanno piú o meno la stessa cosa.