Lo spaesamento, la paura, il desiderio. Il libro dei vent’anni.
Di cose da offrire a un ragazzo di diciott’anni, Pandino non ne ha poi molte: novemila abitanti, quindici bar, dieci parrucchieri, cinque pizzerie d’asporto, una torre dell’Enel dove s’intrecciano i graffiti d’intere generazioni, due chiese, un santuario, neanche una libreria. Elia vive da sempre nei confini di questo perimetro: la scuola, qualche festa, il migliore amico attivista che cerca invano di scuoterlo con le sue battaglie politiche, il padre che ce la mette tutta anche se non basta mai.
Quando all’improvviso fa capolino nella sua vita, Camilla può sembrare un lampo di luce, ma con lui – e con la sua apatia, con il muro che anno dopo anno ha costruito tra sé e il mondo – è tutto piú difficile. Perché dentro gli brucia un dolore incontrollabile, che pulsa sempre. Una sofferenza che sommerge ogni cosa, anche le poche a cui tiene davvero.
Samuele Cornalba ha poco piú di vent’anni e nel suo primo romanzo ha semplicemente raccontato ciò che conosce meglio: come funziona la testa di un ragazzo nato nel 2000. Ci trascina nella storia di Elia con naturalezza, a colpi di immagini poetiche e dialoghi di un’autenticità spiazzante. Basta un attimo per specchiarci tutti, giovani o meno, nella sua scrittura. Per riconoscerci.
Leggi un estratto.
«Un giovane protagonista impara l’insensatezza del mondo; un giovane scrittore scopre la propria insopprimibile vocazione. Da questa accoppiata nascono la tremenda semplicità e la tremenda forza dell’esordio di Cornalba» (Walter Siti).
«Il bel romanzo Bagai sembra alludere ai fumetti di Zerocalcare, senza ironia, con una lingua aderente alle cose. L’estraneità assomiglia a quella del protagonista di Lo straniero di Camus» (Renzo Paris su «il venerdí»).
«Un esordio brillante, quello del ventiquattrenne Samuele Cornalba. Che tratteggia un’età difficile e le titubanze proprie dei primi amori» (Alessandro Beretta, «la Lettura – Corriere della Sera»).
«Ed è come se questa provincia, con le sue inquietudini e i suoi limiti, non fosse altro che la metafora stessa dell’essere giovani. Quel tipo di giovinezza che ancora non riesce a dispiegare le ali verso l’orizzonte; quel tipo di giovinezza che è appartenuta a tutti noi, ma che ci ostiniamo a narrare in un modo diverso, molto piú luminoso e sconfinato di quanto non fosse» (Gaia Manzini, «Il Foglio»).
«Mi ha mosso il sentimento di quasi indifferenza che provavo durante l’adolescenza. Il “quasi” rende l’idea di qualcosa che non si completa. Il fatto di non trovare una connessione con il resto del mondo. Sentire che esiste, piano e male. ’ da questo che sono partito per raccontare Bagai», racconta l’autore su «7 – Corriere della Sera».
«Un romanzo scritto in stato di grazia, l’esplosione di una voce che spara i suoi colpi al lettore precisa come un cecchino». (Lorenzo Pataro, «Il Foglio»).
«Un esordio fulminante e potente» (Paolo Gualandris, «La provincia di Crema»):
Samuele Cornalba racconta il romanzo su Rai Cultura e sulla pagina Facebook Einaudi: