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Ernesto FerreroStoria di Quirina, di una talpa e di un orto di montagna

Una favola lieve e profonda, che intreccia con una leggiadria speciale le parole di Ernesto Ferrero e le illustrazioni di un’inedita Paola Mastrocola.

Quirina è un’anziana signora che vive in orgogliosa solitudine in un piccolo paese delle Alpi, dove accudisce un orto-giardino che è tutta la sua gioia, uno spazio armonioso che vuole opporsi all’insensato disordine del mondo. Finché una mattina di maggio fa una scoperta che la sconvolge: il prato è sconciato da serie di monticelli di terra che rivelano la presenza di una talpa.

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Franz KafkaLa metamorfosi

«Era steso sul dorso, duro come una corazza… “Cosa mi è successo?” pensò. Non era un sogno…»

Gregor Samsa, commesso viaggiatore preciso e metodico, si sveglia dopo una lunga notte di sogni inquieti e si accorge di aver assunto le sembianze di un enorme scarafaggio. Quello che segue è traumatico, il racconto che Gregor ne fa, ripugnante. Visto l’inusuale ritardo, i genitori e la sorella Grete iniziano a bussare preoccupati alla porta della sua stanza, mentre lui cerca faticosamente di scendere dal letto, di muoversi e di rassicurarli che va tutto bene. Riesce ad arrivare alla porta proprio quando anche il suo datore di lavoro entra indispettito nell’appartamento e, afferrata la maniglia con la bocca, la apre. Il terrore li invade: il capo fugge a gambe levate, la madre sviene, il padre inizia a colpirlo con un bastone.

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Antonella OssorioLa mammana

Può una storia ambientata nel regno di Napoli a metà Ottocento essere così contemporanea? Sì, perché Antonella Ossorio narra di una diversità senza tempo, e al tempo stesso della libertà di cercare la propria identità.

Al centro del romanzo ci sono infatti due solitudini speciali che sapranno conquistare il proprio posto nel mondo, sfidando ogni destino già scritto. Perché quello che siamo è ciò che scegliamo di essere ogni giorno.

«Eppure a vederli parevano una famiglia come le altre. Anzi, quasi come le altre, perché né la bellezza di Lucina né il candore di Stella erano merce comune».

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Levi

Primo LeviRanocchi sulla luna

«Se potessi, mi riempirei la casa di tutti gli animali possibili».

Gabbiani, giraffe, talpe, formiche, dromedari, elefanti, farfalle, scoiattoli, ragni, buoi, ranocchi, corvi, topi, chiocciole… Nelle pagine di Primo Levi gli animali non rappresentano una curiosità marginale o un divertimento accessorio, ma sono parte integrante del suo immaginario e della sua moralità: rappresentano un diverso modo di parlare delle scelte che ogni uomo deve affrontare.

Un repertorio di storie incantevoli, in cui la curiosità zoologica diventa racconto e poesia, e ci fa scoprire uno scrittore fantasioso, umoristico, di sorprendente inventiva.

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Mazzucco

Melania G. MazzuccoIl bassotto e la Regina

«Mio nipote un giorno mi ha detto: perché non scrivi un libro che posso leggere anch’io? Cosí è nato questo piccolo libro, come un regalo a lui e anche a me stessa: volevo scrivere una favola di quelle che mi sarebbe piaciuto leggere».

Platone è un cane da salotto, di quelli nati per fare compagnia agli uomini. A Yuri, per esempio, studente di filosofia «con gli occhiali perennemente appannati».
Ma durante le vacanze Yuri segue la sua Ada su una nave da crociera, lasciando il bassotto alle cure del portiere. E proprio nella solitudine della notte di Natale avviene per Platone l’incontro che gli cambierà la vita.

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