Viola ArdoneSeconda Guerra Mondiale e dintorni

Immagina l’Italia nel 1931, durante il periodo piú cupo della dittatura fascista. Immagina un esule, uno che per difendere le sue idee ha dovuto lasciare la propria patria ma non ha mai smesso di combattere. Come? Con le armi piú potenti: le parole, l’ironia, la denuncia. In Marcia su Roma e dintorni (1931), Emilio Lussu (Armungia 1890 – Roma 1975) racconta la nascita e l’ascesa del fascismo e di Mussolini negli anni compresi tra il 1919 e il 1929, soffermandosi in particolare sull’episodio che ha modificato in maniera indelebile la storia del nostro Paese: la marcia su Roma nell’ottobre del 1922.

Immagina l’inverno, ora, immagina la neve, immagina la Russia. Immagina la neve, d’inverno in Russia. Immagina un sergentino a capo di un gruppo di uomini in ritirata, lontano dalle famiglie, dalla patria, da tutto quello che è casa, ignari di ogni cosa, con l’unico obiettivo di percorrere a piedi il lungo cammino che li riporterà ai propri affetti. Questo è il Sergente nella neve (1953), in cui Mario Rigoni Stern (Asiago, 1921 – 2008) rievoca la sua esperienza come sergente maggiore dei reparti mitraglieri nel battaglione “Vestone” dell’ARMIR e la rovinosa ritirata di Russia nel gennaio del 1943. Il linguaggio è scarno, da reportage piú che da romanzo, ma le figure umane che ne emergono ti resteranno nella memoria e riaffioreranno ogni volta che un fiocco di neve si poserà sul bavero della tua giacca. In quel momento ti verrà da mormorare tra i denti: «Arriveremo a baita, Sergentmagiú?».

 

Immagina, poi, una donna e un bambino: la grande Storia che incombe sulle loro fragili vite e le piccole storie personali che ne restano schiacciate. Il bambino si chiama Useppe, la madre Ida e i loro vagabondaggi dal luglio del 1943 fino alla fine della guerra sono raccontati da Elsa Morante (Roma, 1912 – 1985) nel romanzo La Storia (1974).

C’è un altro bambino che devi immaginare, ha dieci anni e vive in Liguria, ha un nome buffo: si chiama Pin e non lo dimenticherai. Se lo segui, scoprirai che lui conosce il luogo dove i ragni fanno il nido e proprio lí va a sotterrare i suoi segreti. Pin è molto giovane ma vuole stare con i grandi e infatti si fa un amico speciale, un partigiano alto e grosso che si fa chiamare Cugino. Siamo nel settembre del 1943, la guerra sembra finita ma non lo è, e inizia la Resistenza. Vuoi sapere come andrà a finire tra Pin e Cugino? Puoi chiederlo a Italo Calvino (La Habana, 1923 – Siena, 1985), Il sentiero dei nidi di ragno (1947) l’ha scritto lui.

Un altro partigiano si chiama Milton, è alto e magro questo, giovane e pieno di passione. Riesci a immaginarlo? È preso dagli ideali della Resistenza, ma non solo: è anche innamorato, come succede spesso a quell’età. Ed è geloso, e la sua gelosia gli fa perdere per un momento il senno, come Orlando che diventa pazzo per amore. Al punto che questo suo sentimento personale finisce per diventare piú importante di tutto il resto: dei compagni di battaglia, della lotta partigiana, della Resistenza, della Liberazione. Perché è molto giovane, perché è molto triste, perché è un essere umano. Una questione privata (1963) è il romanzo postumo di Beppe Fenoglio (Alba, 1922 – Torino, 1963) che Calvino avrebbe voluto scrivere.

E infine puoi provare a immaginare un uomo, uno dei tantissimi deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, uno dei pochi ancora vivo quando il 27 gennaio 1945 si vedono arrivare in lontananza le prime truppe di soldati russi. Puoi sentire battere il suo cuore nel momento in cui capisce che è giunta l’ora della liberazione e puoi accompagnarlo nei 35 giorni di viaggio che lo conducono a casa, dai suoi cari. È la fine di un incubo, anche se gli incubi torneranno a fargli compagnia ogni notte, per tutta la sua vita. Quell’uomo si chiama Primo Levi (Torino, 1919 – 1987) e La tregua (1963) è il romanzo in cui racconta la sua terribile esperienza.