Fabio GedaLa scomparsa delle farfalle

16+

Tra conflitti e occasioni di meraviglia, tra realtà quotidiana e rivelazioni, quattro ragazzi intrecciano le loro vite con tutta l’energia della giovinezza. Un ritratto commovente di quella stagione dell’anima che piú d’ogni altra si imprime in ciascuno di noi e sceglie il nostro destino.

Anna, Andrea, Cora e Valerio sono compagni di scuola. Assieme studiano, si divertono, sperperano con allegria le giornate. Il perno di queste esistenze – ancora brevi e già segnate da perdite e ferite – è il negozio di un anziano rigattiere nei vicoli di Torino, un luogo che diventa una specie di base, talvolta di rifugio. Il tempo, però, non regge la richiesta di perfezione, di assoluto, che l’adolescenza pretende. Il desiderio si insinua nel gruppo e lo logora. Andrea, che rispetto agli altri percepisce ogni cosa con intensità maggiore, a poco a poco si isola: a fargli mancare il fiato sono tanto la bellezza impetuosa del presente, quanto il senso di minaccia che arriva dal futuro. Ma nel momento in cui si troverà in pericolo i suoi amici, quegli amici unici che solo una certa età ti regala, saranno di nuovo con lui.

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«È una storia di amicizia e di amore, un racconto collettivo che parte dall’adolescenza, si spinge verso la giovinezza e getta uno sguardo verso l’età adulta. Un lavoro nuovo rispetto ai precedenti» (Francesca Bolino, «la Repubblica»).

«Al centro del romanzo ci sono adolescenza e amicizia. I protagonisti si muovono per la città e subiscono le pressioni degli stereotipi “adulti”, con quella costante domanda di perfezione» (Paolo Morelli, «Corriere della Sera»).

«Fabio Geda torna a indagare il mondo dei ragazzi e lo fa con il nuovo romanzo, La scomparsa delle farfalle»: su «La Stampa» l’intervista di Silvia Francia all’autore.

«Raccontare l’adolescenza e il suo procedere, tra forti accelerate e brusche cadute, verso l’età adulta è ciò che gli riesce meglio. L’ha fatto piú volte sin dai suoi esordi, con ottimi risultati, e ora Fabio Geda torna a farlo, altrettanto egregiamente» (Ilaria Zaffino, «Robinson – la Repubblica»).

«Avevo spesso raccontato il passaggio dall’infanzia all’adolescenza e ora m’incuriosiva quello dall’adolescenza alla giovinezza, un periodo della vita con una percentuale naturale di inquietudine, di inadeguatezza e di spaesamento a volte difficili da tollerare. Però pensavo, quando cresci hai anche diritto a sentirti perso. Hai anche diritto a stare male, in barba all’atteggiamento prestazionale che la nostra  società ha nei confronti del benessere», Fabio Geda si racconta su «tuttolibri».