Il Manzoni, sempre chiamato con l’articolo a precedere il cognome, che immaginiamo da studenti è un uomo perennemente di mezz’età, dallo sguardo grave e un po’ assente, simile a quello ritratto da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti piú celebri. Un uomo che difficilmente riesce a ispirare simpatia, cosí come difficilmente può ispirarla il suo capolavoro, I promessi sposi, che da adolescenti svogliati sorbiamo come una medicina amara da ingerire perché «fa bene».
Ma, leggendo con attenzione le milleottocento lettere che ci ha lasciato e le testimonianze di familiari e amici, Manzoni risulta molto diverso da cosí. Conversatore ironico e affabile, all’avanguardia su tutto, animato da un ardente fuoco politico, da giovane fu ribelle e libertino, rimanendo inquieto per tutta l’esistenza. Anzi, una volta diventato scrittore, Alessandro, chiamiamolo per nome adesso, riversò la propria inquietudine nella sua opera, come pochi altri hanno saputo fare.
I promessi sposi riflette, infatti, tutte le passioni che hanno agitato una vita avventurosa e piena di tumulti emotivi: l’abbandono materno, l’assenza di un padre, il travaglio spirituale, la lotta civile per un’Italia unita e libera dall’oppressore straniero. Un grande romanzo popolare, attraversato da uno spirito indomito, capace di penetrare gli esseri umani e il loro cuore. E di scuotere ancora oggi la nostra anima.
Leggi un estratto.
«Mazzoni costruisce un saggio denso, ricco di documentazione e di riferimenti testuali, ma senza gravare il lettore del peso della bibliografia e dei riferimenti critici. Questo può accadere soltanto quando chi divulga, se ne è davvero in grado, ha sotto controllo la materia nella sua complessità, ma sa gestirla e orchestrarla senza sforzo» (Marco Balzano sul «Corriere della Sera»).
«Eleonora Mazzoni, che ci racconta lo scrittore e l’uomo Manzoni, con piglio lieve e acume interpretativo» (Filippo La Porta, «la Repubblica»).
«Alla fine della prima media rovistai nella libreria di mio padre imbattendomi in un tomo dalle pagine gialline e la copertina spartana, che mi trasportò di colpo in un viaggio avventuroso. Questo scrittore è uno che capisce gli esseri umani, pensai. Sa come sono fatti la loro testa e il loro cuore. Mi parla e mi comprende. Me ne innamorai follemente», racconta Eleonora Mazzoni su «Il Fatto Quotidiano».
L’autrice ci parla del libro su Rai Cultura.