Francesco PiccoloLa bella confusione

16+

Guardando dietro le quinte, Francesco Piccolo ci fa rivivere lo spirito irripetibile di un’epoca. Un racconto unico e travolgente sulla forza del genio e su quella del destino.

La storia del cinema non è poi cosí diversa dalla vita: apparentemente lineare, ma costellata di incontri fortuiti, appuntamenti rincorsi o mancati, decisioni prese all’ultimo minuto e imprevedibili coincidenze. Fatalità cruciali che permettono a un’opera di venire alla luce, con le precise caratteristiche che poi tutti ricorderanno. La scelta di un’attrice, la luce sul set, le vicissitudini sentimentali del regista o di un comprimario – cosí come i tagli nel budget o una scena cambiata all’improvviso – possono scrivere a modo loro una pagina del genio universale.

Il 1963 è stato l’anno di Fellini e di Visconti. Un anno decisivo per il cinema italiano, che ha visto la nascita di Otto e mezzo e Il Gattopardo. Ma prima di diventare i capolavori che ben sappiamo erano due incredibili scommesse, nonché il campo di battaglia tra due artisti rivali e profondamente diversi: mentre Claudia Cardinale cambiava il colore dei capelli secondo il capriccio di chi la dirigeva, l’intero contesto culturale italiano si stava preparando a sposare l’una o l’altra visione del cinema e del mondo.

Ecco cos’è La bella confusione: inseguendo come un detective le figure e gli episodi che hanno fatto la Storia, Francesco Piccolo ha setacciato lettere, filmati, appunti e diari, interviste, pettegolezzi, testimonianze. Perché in questo romanzo diverso da qualsiasi altro romanzo i personaggi si chiamano Marcello Mastroianni, Ennio Flaiano, Sandra Milo, Tomasi di Lampedusa, Camilla Cederna, Suso Cecchi d’Amico, Burt Lancaster e Pier Paolo Pasolini. Muovendosi tra il mito e l’aneddoto, la voce inconfondibile dell’autore di Il desiderio di essere come tutti risveglia milioni di ricordi e ci regala la luce perduta di un’epoca. Un documentario fatto di parole: la potenza dell’arte, i segreti del cinema, i duelli di un’Italia che non sapremmo piú immaginare.

Leggi un estratto.

«In capitoli brevi, con prosa fresca, vivace e colloquiale, Piccolo alterna i due set – fra ampi flashback e divagazioni – e conduce il lettore fino al trionfo di entrambi i film e alla crepuscolare riconciliazione dei rivali. Ma via via che il racconto procede mette a fuoco le ragioni della scelta del soggetto, che toccano l’essenza della sua scrittura» (Melania G. Mazzucco su «la Repubblica»).

«Una dichiarazione d’amore al mondo dei libri e dei film, delle letture e delle visioni, in grado di parlare anche ai ventenni di oggi, che magari ignorano chi siano Fellini e Visconti, o Tomasi di Lampedusa» (Sara D’Ascenzo, «Il Corriere della Sera»).

«Lavorando da speleologo certosino, Francesco Piccolo ha confezionato un racconto a misura per il binge reader, il lettore a oltranza. Al capolinea, ti accorgi di aver assorbito una mole cosí pachidermica di informazioni e cortocircuiti subliminali che in quel portale di realtà parallela sei imprigionato per sempre» (Teresa Marchesi, «Domani»).

«Un libro che apparentemente parla di cinema ma che in realtà ci parla della bellezza e del piacere che si prova a gironzolare nelle fantasie di qualcun altro, scoprendo magari che alcune di queste si somigliano tremendamente alle nostre» (Giancarlo Mancini, «Rivista studio»).

Su «la Repubblica» l’intervista di Emanuela Giampaoli.

Francesco Piccolo racconta il libro a Fahrenheit

e a Che tempo che fa