Un percorso collettivo, tutto femminile, nel quale le donne rivendicano il diritto di realizzarsi nell’arte, superando i ruoli che la società e la cultura del tempo hanno sempre assegnato loro.
In questo nuovo Museo del mondo, Melania Mazzucco crea una galleria di capolavori nei quali la donna è “soggetto due volte”: perché concepisce e realizza l’opera e perché ritrae se stessa o un’altra donna. Qui il lettore incontrerà artiste straordinarie, la cui grandezza è stata ignorata, sminuita o del tutto negata, poiché spesso gli uomini insinuavano che dietro la sapienza inventiva e la perizia tecnica si nascondesse una mano maschile. Anche quando riconoscevano alle donne una certa bravura, trovavano il modo di ridimensionarla.
Da Artemisia Gentileschi a Plautilla Briccia (“l’architettrice”), da Frida Kahlo a Georgia O’Keeffe, fino a Carol Rama, Louise Bourgeois e Marlene Dumas, Mazzucco ci affascina e ci coinvolge con nuovi, emozionanti racconti dall’universo della pittura e della scultura.
Sul «Corriere Torino» l’intervista di Francesca Angeleri all’autrice.
«Il testo di Mazzucco è un saggio, ma è soprattutto letteratura: riesce a farci apprezzare dettagli minuti e fondamentali, grazie alla forza della scrittura» (Riccardo Falcinelli su «la Repubblica»).
«Melania Mazzucco restituisce grandezza a donne dimenticate e a donne che per dipingere hanno rinunciato a tutto il resto. Ci mostra i loro quadri e ci mostra, scoprendola, la vita dietro e dentro le opere» (Annalena Benini, «Il Foglio»).
«Un’opera indispensabile che svela l’ombra luminosa di ogni gesto compiuto nell’arte dalle donne e traccia una necessaria contro-storia delle forme, dei movimenti, dei generi» (Antonella Cilento, «la Repubblica»).
«Ma quel che “fa” il libro, la struttura portante che alle sue trentasei tappe dà il respiro di una narrazione unica, è la rinuncia a un’impalcatura cronologica di tradizione vasariana in favore di un’unica, trasversale biografia, quella della condizione femminile» (Salvatore Settis, «Il Sole 24 Ore»).
«Un godimento non solo letterario quello riservato al lettore dalla scrittura evocativa della Mazzucco, ma anche artistico per il raffinato commento critico che ne fa» (Lorenzo Marotta, «La Sicilia»).