Giuseppe AntonelliIl Dante di tutti

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La fortuna popolare – cominciata già nel Trecento – ha finito col rendere Dante un’icona, nel senso di un simbolo legato a un immaginario condiviso. Il centenario appena celebrato ha dimostrato una volta di piú quanto sia grande la vitalità di Dante a sette secoli dalla sua morte. Ma mai come in queste celebrazioni è stato chiaro che Dante sopravvivrà ancora a lungo anche grazie a quella percezione collettiva che lo ha reso ormai in tutto il mondo una straordinaria icona pop.

C’è il Dante emblema della nostra identità culturale, la cui effigie passa dalle lire agli euro. C’è l’immagine di Dante usata già da tempo, non solo in Italia, come marchio commerciale e in chiave pubblicitaria. C’è il Dante personaggio che ritorna – fino in America, fino in Giappone – nelle trame di libri, film, fumetti, giochi di successo. Tutte proiezioni popolari di quell’inarrivabile poeta in grado di cantare con una potenza senza pari l’amore, la morte, la bellezza, l’orrore, la vita terrena e quella ultraterrena.

Leggi un estratto.

«Una narrazione che alterna affondi nel passato e sguardo sul presente» (Massimo Gezzi, «il manifesto»).

«Le pagine di questo libro sono veloci, i capitoli tagliati perfettamente, gli esempi icastici» (Matteo Motolese, «Il Sole 24 Ore»).

«Ai giovani Dante è stato reso piú familiare e meno monumentale, una figura piú viva e dinamica. Sarebbe bello se questo potesse diventare un modo per avvicinare chi da giovane ha letto le vignette a una conoscenza del vero Dante da adulto», ha raccontato l’autore nell’intervista de «la Provincia Pavese».

Su TV2000 l’autore racconta il libro:

Giuseppe Antonelli ha curato la mostra Dante. Gli occhi e la mente. Un’Epopea POP al Museo d’Arte della città di Ravenna.

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