Cosima Buccoliero, Serena UccelloSenza sbarre. Storia di un carcere aperto

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La storia di un modello virtuoso di carcere: un carcere diverso, dove si trova un’umanità che non ti aspetti.

Cosima Buccoliero è stata a lungo vicedirettrice e poi direttrice del carcere di Milano Bollate. Il suo può sembrare un lavoro duro, in cui freddezza e rigore sono i presupposti per avere tutto sotto controllo. Eppure il suo approccio è un altro. Quando ha dichiarato che gli ergastolani nel suo carcere hanno diritto a una camera singola, Buccoliero ha suscitato stupore in chi crede che oltre le sbarre non ci debba essere piú speranza.

Ma questa è la chiave del suo lavoro: accoglienza e umanità. Per lei il carcere è un microcosmo brulicante di vitalità. Ci sono i carcerati, il personale di sorveglianza e medico, i tanti volontari. E le loro famiglie.

L’Ambrogino d’oro che ha ricevuto nel 2020 l’ha ottenuto grazie a questo modello virtuoso di prigione: per lei la pena detentiva deve mirare a un reinserimento e non ridursi alla sola punizione. La detenzione non deve perdere la sua funzione rieducativa, altrimenti diventa solo afflizione. Questo libro ci spiega perché.

Leggi un estratto.

«Un libro indispensabile» (Silvia Gusmano, «L’Osservatore Romano»).

Su «La Stampa» l’intervista di Irene Famà a Cosima Buccoliero.

«Un volume prezioso» (Eleonora Martini, «il manifesto»).

Le autrici hanno presentato il libro al Circolo dei lettori di Torino: