Il linguaggio verbale dispone di un vasto repertorio di espressioni deputate a svolgere una specifica funzione: insultare gli altri. Quasi tutte le lingue possiedono un arsenale di insulti che variano per quantità, contenuti e grado di volgarità. Illustrando i meccanismi psicologici e linguistici alla base della violenza verbale, questo libro analizza le ragioni che fanno dell’insulto e del linguaggio d’odio un fenomeno virale nelle conversazioni quotidiane, nel conflitto politico e, non in ultimo, nei social media.
Gli insulti rappresentano il lato oscuro del linguaggio, un fenomeno deplorevole e maleodorante. La lingua parlata, tuttavia, merita attenzione in tutte le sue forme. Chi si occupa di linguaggio deve indagare tutte le possibilità espressive del linguaggio umano. Esaminare gli insulti può aiutarci a capire qualcosa di piú del modo in cui concepiamo il mondo e le persone che ci circondano.
Leggi un estratto.
«Attraverso decine di esempi di parole, frasi e situazioni, dai discorsi di Trump all’Isola dei famosi, da Clint Eastwood a Casa Surace, Filippo Domaneschi disegna una mappa del continente misterioso dell’insulto, con le sue grandi regioni e i suoi paradossi […] Un piccolo libro, tanto istruttivo quanto divertente» (Raffaele Alberto Ventura, «La Stampa»).
«Una scrupolosa analisi dei guizzi linguistici e comportamentali che noi usiamo per affermare le nostre ragioni o per difenderci dalle aggressioni altrui, ma soprattutto uno studio delle ragioni per cui si insulta, delle identità istituzionali o psicologiche dell’insultante e dell’insultato» (Mauro Portello, doppiozero.com).
L’autore racconta il saggio in dialogo con Serena Uccello: