Kazuo IshiguroKlara e il sole

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Dalla vetrina del suo negozio, Klara osserva trepidante il fuori e le meraviglie che contiene: il disegno del Sole sulle cose e l’alto Palazzo RPO dietro cui ogni sera lo vede sparire, i passanti tutti diversi, Mendicante e il suo cane, i bambini che la guardano dal vetro, con le loro allegrie e le loro tristezze. Ogni cosa la affascina, tutto la sorprende. La sua voce, cosí ingenua ed empatica, schiva e curiosa quanto quella di un animale da compagnia, appartiene in realtà a un robot umanoide di generazione B2 ad alimentazione solare: Klara è un modello piuttosto sofisticato di Amico Artificiale, in attesa, come la sua amica Rosa e il suo amico Rex, e tutti gli altri AA del negozio, del piccolo umano che la sceglierà.

A sceglierla è la quattordicenne Josie, una ragazzina vivace e sensibile ma afflitta da un male oscuro che minaccia di compromettere le sue prospettive future. E fin dalla sua prima visita al negozio Klara sente di appartenerle, e per sempre.

Nel primo romanzo dopo il conferimento del Premio Nobel per la Letteratura, Ishiguro torna a offrirci una nuova meditazione indimenticabile e struggente sul valore dell’amore e del sacrificio e sulla complessità del cuore umano, composito e sfaccettato come i riquadri in cui si fraziona la vista dell’androide Klara.

Leggi un estratto.

«I lettori adoreranno Klara e il Sole perché riproduce il modo in cui impariamo ad amare. “Che ne sanno i bambini del vero amore?”, domanda Klara. La risposta, naturalmente, è tutto» (Anne Enright, «The Guardian»).

«Opera visionaria ed elegiaca di bellissimo spessore […] Il libro conquista per limpidezza dello stile, profondità delle implicazioni esistenziali e stratificazione dei livelli narrativi. Di volta in volta il grande gioco di Ishiguro si esprime in cenni, trasparenze e piccole dosi» (Leonetta Bentivoglio, «la Repubblica»).

«Che cosa, in ultimo, ci rende umani? Ishiguro non lo dice mai forte, però leggendolo lo si intuisce un po’ ovunque: amare ed essere amati» (Laura Pezzino, «tuttolibri – La Stampa»).

«Profondo, poetico e inquietante al tempo stesso, questo romanzo si allontana da noi nel tempo e nello spazio per raccontare, in realtà, chi siamo oggi, dove siamo e dove rischiamo di andare» (Alessandro Clericuzio, «L’Osservatore Romano»).

Kazuo Ishiguro in dialogo con Paolo Giordano:

L’intervista all’autore organizzata dalla casa editrice con Irene Graziosi, Ilenia Zodiaco e Marta Ciccolari Micaldi: