Ernesto FerreroNapoleone in venti parole

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Un saggio che si legge come un romanzo e che illumina in modo originale il Napoleone meno noto e piú significativo.

Il mito di Napoleone, «l’uomo che suonava la musica dell’avvenire», continua a coinvolgere e intrigare sempre nuove generazioni. Di che cosa è fatta la sua eccezionalità? Come si è sviluppata e che cosa ha prodotto?

Dopo N. (Premio Strega 2000), che racconta i dieci mesi dell’Elba, Ernesto Ferrero ha continuato a indagarne gli aspetti che possono rivelarlo meglio e che ci toccano piú da vicino: le inesauribili capacità organizzative, le tecniche di comunicazione, la progettualità visionaria, l’introduzione della meritocrazia, il culto del budget, le politiche economiche e culturali, l’attenzione per l’arte e per il libro, la rifondazione della macchina dello Stato, a partire dal Codice civile.

Con una narrazione incalzante e in un fitto intreccio di storie e personaggi, il libro condensa in venti temi-chiave le ragioni di un’ascesa e di una caduta fuori misura (dalla prima campagna d’Italia all’Egitto, dalla Russia a Waterloo, all’esilio sull’isola di Sant’Elena) e i retroscena di un «sistema operativo» che fa di Napoleone il fondatore della modernità.

Leggi un estratto.

«Ernesto Ferrero, profondo conoscitore del Grande Corso, condensa in venti brevi capitoli azioni, parole e imprese dell’uomo di cui, il 5 maggio ricordiamo i 200 anni dalla morte. L’abilità dell’autore è alternare numerose, illuminanti citazioni ­sue dirette o a lui riferite con ampi interventi narrativi. Il risultato è un andamento quasi romanzesco per quello che è in realtà un limpido saggio storico» (Corrado Augias su «il venerdí»).

«Le venti parole orchestrate da Ferrero attirano come una calamita e suggeriscono le chiavi per capire, e forse risolvere, il rapporto con N.» (Marco Zatterin, «La Stampa»).

«Ferrero non è soltanto l’intellettuale italiano che piú ha meditato Napoleone Bonaparte. Ma è colui che meglio di tutti ha compreso come la veggenza dello scrittore sappia raccogliere il testimone dal lavoro degli storici per svelare aspetti inediti» (Nicola Gallino, «la Repubblica»).

«Dopo N. Ernesto Ferrero dedica un altro libro appassionato e appassionante al grande condottiero corso» (Romano Montroni, «Corriere di Bologna»).

«Ernesto Ferrero ricompone in un sintetico caleidoscopio esistenziale una “vulgata” immensa» (Pasquale Chiesa, «Il Messaggero»).

«Preziosissimo» (Daria Galateria, «il venerdí»).

«Scritto in un italiano essenziale e allo stesso tempo raffinato, capace di richiamare gli aforismi attribuiti all’imperatore, il testo ha un sapore che si colloca tra i racconti fatti dai grognard alla sera per celebrare i tempi eroici e le immancabili chiacchiere al termine dei pranzi familiari» (Sergio Valzania, «L’Osservatore Romano»).

«Raccontare Napoleone in venti parole è un’ambizione che nasce da una completa padronanza del soggetto di cui Ferrero ha già dato prova in N. Napoleone decostruito e ricomposto in dieci argomenti, alcuni dal taglio moderno, come sistema operativo e comunicazione, altri tradizionali, come la famiglia» (Paolo Marcoli, «Il Piccolo»).

Su «la Lettura – Corriere della Sera» Ernesto Ferrero e Franco Cardini riflettono sulla figura di Napoleone Bonaparte.

L’autore racconta il libro a Eureka Street su Rai News: