George OrwellLa fattoria degli animali

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Una favola morale senza tempo che mette in guardia dal tremendo fascino del potere, valida oggi come nei giorni in cui è stata scritta.

Tutti gli animali sono uguali ma alcuni animali sono piú uguali degli altri. È questa l’amara lezione che le umane bestie della Fattoria Padronale imparano dopo aver detronizzato il fattore Jones, e aver instaurato il loro governo. In poco tempo infatti una grufolante élite, guidata dal maiale Napoleone, trova il modo di salire sullo stesso trono che prima era stato del fattore. Cosí gli altri animali scoprono che uguaglianza e libertà, in bocca a chi desidera il controllo assoluto, sono soltanto parole, e si ritrovano sotto il giogo di una nuova tirannia dal volto diverso ma identica alla precedente.

Perché come è accaduto sempre nella Storia, e come continuerà ad accadere, a un potere immancabilmente se ne sostituisce un altro.

Leggi un estratto.

«Muoversi nella Fattoria degli animali equivale a mettere piede in un classico, aggirarsi in un territorio di perfezione. Un libro che è un esempio di forma, eleganza e proporzioni, prima ancora che di contenuti. Esopo, Jonathan Swift, Charles Dickens. Orwell prese a modello i capolavori della propria formazione e riuscí a creare una favola fuori dal tempo, che funziona – come viene sottolineato da anni – anche restando all’oscuro dei parallelismi con l’evoluzione della Rivoluzione d’ottobre» (dalla Nota del traduttore Marco Rossari).

«Le pagine che leggerete sono un concentrato di molti di quei temi che oggi definiamo “orwelliani”. Tra questi il disprezzo per la tirannia, un grande amore per gli animali e la campagna inglese e una profonda ammirazione per le favole satiriche di Jonathan Swift» (Christopher Hitchens).

«Una favola che può essere letta come allegoria di tutte le rivoluzioni, che trasformandosi in un regime vengono alla fine tradite» (Otello Lupacchini, «il Fatto Quotidiano»).

«Geniale satira sulla rivoluzione russa» (Giuliano Malatesta, «Rivista Studio»).

«La fattoria degli animali è una fiaba eterna contro i totalitarismi e lo sfruttamento. Ma anche una rivendicazione per nulla nostalgica della natura»: Marco Rossari su «Donna Moderna» ha scritto un piccolo sillabario orwelliano.

Nel 1954 è stato realizzato, a partire dal libro, il primo lungometraggio d’animazione: