Richard WrightRagazzo negro

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Richard vive nel Sud degli Stati Uniti, ha tre anni ed è nero. E al Sud, nonostante la schiavitú sia stata abolita dopo la fine della guerra di secessione, l’odio razziale è ancora forte.

Nonostante l’abbandono del padre, la malattia della madre, l’orfanotrofio e una nonna violenta, Richard non si perde d’animo e tiene viva nel cuore una speranza: che la condizione dei neri prima o poi cambi. Da giovane solo e arrabbiato ma avido di conoscenza, si accosta clandestinamente ai libri della biblioteca per soli bianchi di Memphis, scoprendo che le parole possono essere un’arma di liberazione. Decide cosí di proiettare la propria esistenza verso il viaggio dell’utopia, in una fuga verso Nord che non è piú passiva sconfitta.

Un romanzo di formazione che è al tempo stesso l’autobiografia simbolica di Richard Wright, scrittore nativo del Mississippi, dapprima sguattero, spazzino, spalatore, poi impiegato alle poste, agente di assicurazioni, disoccupato, infine narratore di storie.

«Non lasciavo il Sud per dimenticare il Sud, ma per poter un giorno o l’altro comprenderlo».

 

«La storia di ogni negro abbastanza intelligente e cosciente da contare qualcosa ai suoi occhi, è oggi questa. È la storia che il protagonista di Ragazzo negro racconta di sé, in una precisa e drammatica autobiografia che da cima a fondo rende il sapore della genuinità del sangue autentico. A quanti vogliono rendersi conto del massimo problema degli Stati Uniti, e insieme far conoscenza di un vivo narratore americano, non si può raccomandare altra lettura» (Cesare Pavese).

Dal romanzo l’artista e fotografo Rashid Johnson ha tratto il suo primo film, dal titolo Native Son (2019). Il trailer: