Emanuela CanepaInsegnami la tempesta

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C’è una donna ferma sulla soglia di un convento. Deve entrare, ma ha paura. Oltre quella soglia, lo sa, avverrà la resa dei conti. Perché è lí che si trova sua figlia, un’adolescente scappata di casa dopo l’ennesima lite con lei. Ed è lí che vive la persona che molti anni prima l’ha abbandonata senza una parola, per seguire la propria vocazione.

Dopo il successo de L’animale femmina, Emanuela Canepa torna a scandagliare i conflitti sotterranei che si annidano in ogni rapporto. Stavolta lo fa attraverso tre figure femminili indimenticabili. Una madre, alla quale la figlia rimprovera un’esistenza di rinunce. Una figlia, che la madre ha sempre sentito inaccessibile. E una suora, che ha lasciato tutto, anche la sua piú grande amica, per abbracciare senza riserve il proprio destino. Tre donne profondamente legate tra loro, eppure in costante fuga l’una dall’altra. Perché ogni legame d’amore può diventare un cappio, e ogni distacco trasformarsi in battaglia.

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«Insegnami la tempesta vibra di corde sotterranee, si nutre dei legami fra le tre protagoniste, lacci sottili che rimandano piuttosto a storie di madre e figlie perdute e ritrovate. Storie che tendono alla riparazione senza mai raggiungere un pieno sollievo, senza mai afferrare la pienezza di un perdono» (Nadia Terranova su «La Stampa – ttl»).

«Tutto il romanzo pare suggerire che a essere davvero protagonista sia il sentimento dell’incomprensione, una sorta di ineluttabile incapacità delle persone a capirsi tra di loro pur volendolo, anzi proprio perché lo vogliono. Come se a cercarsi davvero, o a credere che i rapporti debbano per forza essere legami, ci si perdesse» (Valeria Parrella su «Grazia»).

«Insegnami la tempesta è un romanzo complesso sulle relazioni, quasi sempre aggrovigliate e conflittuali perfino quando la soluzione sarebbe a portata di mano. E tocca con delicatezza, ma senza equivoci, il tema della genitorialità» (Marzia Fontana, «Corriere della Sera – La Lettura»).

«La scrittura di Canepa è incisiva, elegante, scolpisce dialoghi e narrazione senza sbavature, tenendo sempre il ritmo» (Francesca Visentin, «Corriere di Verona»).

«Un romanzo complesso, in cui la ferocia dei rapporti umani, la tenerezza dell’amore e la delusione di certi legami si intrecciano tra presente e passato in un racconto toccante e profondo» (Solange Savagnone, «Sorrisi e Canzoni»).

«Una scrittura accurata, levigata, senza eccessi» (Maria Grazia Ligato, «Io donna»).

«Un romanzo che ci parla di relazioni, fughe, tradimenti. Conflitti conficcati nelle pieghe delle relazioni e di ferite con cui fare pace» (Marta Cervino, «Marie Claire»).

Emanuela Canepa ha raccontato il romanzo in diretta Facebook su Decameron: