Alice CappagliNiente caffè per Spinoza

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«Un libro di per sé non è nulla se non trova qualcuno che lo fa vivere nella lettura».

Quando all’ufficio di collocamento le propongono di fare da cameriera e lettrice a un vecchio professore di filosofia che ha perso la vista, Maria Vittoria accetta senza pensarci due volte. Il suo matrimonio sta in piedi «come una capannuccia fatta con gli stuzzicadenti» e tutto, intorno a lei, sembra suggerirle di essere arrivata al capolinea. Il Professore la accoglie nella sua casa piena di vento e di luce e basta poco perché tra i due nasca un rapporto vero, a tratti comico e mordace, a tratti tenero e affettuoso, complice.

Con lo stesso piglio livornese gioioso e burbero, Maria Vittoria cucina zucchine e legge per lui stralci di Pascal, Epitteto, Spinoza, Sant’Agostino, Epicuro, scoprendo giorno dopo giorno che la filosofia può essere utile nella vita di tutti i giorni. Ogni lettura diventa per lei uno strumento per mettere a fuoco delle cose che fino ad allora le erano parse confuse e raccogliere finalmente i cocci di un’esistenza trascorsa ad assecondare gli altri.

Leggi un estratto.

Con Niente caffè per Spinoza Alice Cappagli ha vinto il Premio John Fante Opera Prima 2020.

«Cappagli riesce nel difficile intento di non voler insegnare nulla, si muove tra leggerezza e profondità come fa il professore, lasciando aperte le domande, i cambiamenti, i finali delle nostre vite» (Vittoria Baruffaldi su «La Stampa»).

«Un libro molto piacevole» (Valeria Parrella su «Grazia»).

«Un romanzo trascinante» (Ida Bozzi, «la Lettura»).

«Un libro prezioso sul senso del tempo e sul confine tra vita e morte. Un “ricettario” da leggere quando la riva è lontana e non si ha piú il coraggio di sperare» («la Repubblica»).

«Un romanzo avvincente, la cui narrazione si sviluppa in un crescendo di emozioni che, con semplicità arrivano al cuore dei lettori» (Maria Schillirò, «La Sicilia»).

«Un romanzo agile e profondo» (Francesca Frediani, «D»).

«Un romanzo delicato, filosofico, ironico e originale» (Brunella Schisa, «il Venerdí»).