Herbert George WellsLa macchina del tempo

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Un classico della letteratura fantascientifica che continua ad appassionare generazioni di lettori. Nella magistrale traduzione di Michele Mari.

Un inventore mette a punto una macchina del tempo con la quale riesce a raggiungere l’anno 802 701. Vi trova un mondo diviso in due razze umane: gli Eloj, creature delicate e pacifiche che conducono una vita di svaghi, e i Morlock, esseri pallidi e ripugnanti che vivono nei sotterranei.

Dopo angoscianti avventure, riuscirà ad andare ancora piú lontano nel tempo, in una Terra senza piú tracce di uomini, abitata soltanto da crostacei con «occhi maligni» e «bocche bramose di cibo». Fantascienza, critica sociale, romanzo distopico: il capolavoro di Wells è soprattutto l’opera di un grande visionario e Michele Mari, nel ritradurlo, ha trovato pane per i suoi denti.

«Progettate da lui stesso, le poltrone non si limitavano a farci sedere, ma ci avvolgevano in un abbraccio, e c’era quella voluttuosa atmosfera postprandiale che lascia vagare piacevolmente il pensiero senza irretirlo nella precisione».

Leggi un estratto.

Su Rai Scuola il cartone animato che racconta il romanzo in tre minuti:

Il primo adattamento cinematografico, L’uomo che visse nel futuro, è ad opera del regista George Pal (1960):

Nel 2002 Simon Wells ne ha realizzato il remake: