Giacomo PapiLa compagnia dell’acqua

11+

– Ma perché tenete nascosto chi siete?
– Perché se si sapesse come nasce la paura, nessuno si sforzerebbe di avere coraggio.

Otto ha undici anni e un’intelligenza fuori dal comune. Eppure vive nel terrore costante che possa succedergli qualcosa di brutto, per cui si è inventato una serie di gesti scaramantici, come quello di non calpestare le righe tra le piastrelle del pavimento. Skaraman, lo chiamano a scuola i bulli, e sono proprio loro, un giorno, a gettarlo per gioco in un tombino. Otto rischia di affogare, ma qualcuno all’improvviso lo salva.

Quello che si trova di fronte ha dell’incredibile: nei sotterranei di Milano, tra canali e fognature, si nasconde una folla di reietti un po’ buffi e un po’ inquietanti, che si fa chiamare la «compagnia dell’acqua». Allevano lucciole, parlano con gli squasc e coltivano giraluna, fiori che seguono il buio e danno un succo al sapore di notte. Ma soprattutto puliscono i fiumi e tengono a bada il lago nero della Malamorte, alimentato dai rifiuti e ribollente di gas, che proprio in questo momento si sta risvegliando.

Le sue acque distruttive rischiano di arrivare in superficie e i suoi miasmi iniziano a far agitare anche la gente di sopra, sempre piú spaventata e violenta. E mentre il vecchio capo dei custodi cerca un sistema per ristabilire la normalità, c’è chi progetta di sfruttare il caos per tornare alla luce.

Dopo I fratelli Kristmas, Giacomo Papi torna a trasportarci in un mondo fantastico, una metropoli stramba eppure credibilissima, per raccontarci come affrontare la paura sia l’unico modo per crescere davvero.

Leggi un estratto.

Luciana Littizzetto ha scritto: «Una bella storia di rinascita e riscatto. Una fiaba urbana piena di fantasia».

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«La compagnia dell’acqua racconta il mondo vero usando una trama narrativa fantasiosa e visionaria, da realismo magico» (Luigi Bolognini, «la Repubblica»).

«Un romanzo di formazione tenero e geniale» (Francesca Frediani, «D»).

«Un apologo ricco di citazioni letterarie, invenzioni, giochi linguistici che vuol divertirci e farci pensare» («il Venerdí»).

«Il piacere vero è lasciarsi prendere da questo romanzo con cui Papi si conferma pezzo unico nella narrativa contemporanea» (Pietro Cheli, «Amica, Corriere della Sera»).

«Una scrittura ricca di brillantezze ironiche che è insieme per adulti e per ragazzi» («il Post»).