Una storia d’amore e di distruzione raccontata da una ragazza nata in quegli anni che «sembra siano andati tutti al contrario».
Messina, 1977. Sono gli anni della protesta che infiamma le fabbriche, le piazze e le università. Sono gli anni in cui i ragazzi giocano a fare i grandi, senza mai diventare adulti. Ma Messina non è Milano, né Roma, né Bologna, e in Sicilia l’onda lunga della protesta non arriva che con un ridicolo sfrigolio di schiuma. Aurora, figlia del fascistissimo Silini, ha sin da piccola l’abitudine di rifugiarsi in bagno a studiare, per prendere tutti nove immaginando di emanciparsi dalla sua famiglia, che le sta stretta. Giovanni è sempre stato lo scavezzacollo dei Santorre, ce l’ha con il padre avvocato e il suo «comunismo che odora di sconfitta», e vuole fare la rivoluzione. I due si incontrano all’università, e pochi mesi dopo aspettano già una bambina. La vita insieme, però, si rivela diversa da come l’avevano fantasticata. Perché persino l’amore piú forte può essere tradito dalla Storia.
Nadia Terranova racconta una storia quotidiana, d’amore e di distruzione con una prosa magica. E affronta l’epica degli anni Settanta da una prospettiva originale ed efficacissima: la prospettiva di chi, per ragioni geografiche o semplicemente per sorte, si è trovato fuori dalla mischia. Come quando osservi dalla strada le luci di una festa a cui non sei stato invitato.
«I grandi, in fondo, non sono che bambini sopravvissuti».
Leggi un estratto.
Roberto Saviano lo ha indicato tra i libri dell’anno: «Un racconto senza fondo, che stringe la schizofrenica storia italiana al pulsare dei sentimenti. Un racconto che mi ha legato a sé».
«Un romanzo capace di nascondere, sotto una prosa leggera, un’anima robusta, una precisa idea del mondo. Quel senso di sconfitta che ci accompagna, il dolore quasi fisico dell’intelligenza che gira a vuoto (…) Per fortuna che c’è la letteratura, che ci sono romanzi come Gli anni al contrario che ci fanno sentire meno soli» (Elena Stancanelli, «La Repubblica»)
«Uno stile secco, conciso, capace di toccare corde emotive profondissime senza perdersi in inutili vagheggiamenti» (A. Chimento, «Il Sole 24 ore»).
«Raccontata da una ragazza nata in quegli anni, è una delle storie più belle che si possano oggi leggere: il mondo esterno visto dall’interno. Se votassi direi: questo libro! Leggetelo» (Marco Belpoliti, «L’Espresso»).
«Un intenso grido nel vuoto della rimozione» (A. Pomella, «Il Fatto quotidiano»).
«Ci sono romanzi che scorrono con la fluidità di una canzone, serbando fra le pagine il segreto del perché suonino così bene. Gli anni al contrario, è uno di questi» («Panorama»).
«Scritto con grazia e intelligenza» (Frederika Randall, «Internazionale»).
L’intervista per Rainews in occasione della rassegna Libri come:
Nadia Terranova parla del libro a Fahrenheit.
L’autrice è stata intervistata anche da Racconti edizioni per il blog Altri Animali.
Gli anni al contrario è vincitore dei premi Bagutta Opera Prima, Brancati, Fiesole, Grotte della Gurfa, Viadana, Viadana Giovani e The bridge.
Il consiglio di classe degli studenti del liceo Sanvitale di Parma e l’intervista dei ragazzi del liceo Nomentano di Roma.