Fabio GedaPer il resto del viaggio ho sparato agli indiani

14+

Una toccante storia di formazione «on the road» che scalda il cuore lasciando sempre aperta la porta alla possibilità di un futuro migliore.

Un sacco di gente sceglie di non avere casa, mentre altra non lo sceglie, semplicemente non può averla. E allora non le resta che fingere che non sia cosí, fingere di vivere in una casa dalle pareti tanto grandi che non le vedi piú, in modo da non sentire mai la nostalgia di qualcosa che sai ti verrà sempre negata. È ciò che impara a fare Emil Costantin Sabau, un tredicenne rumeno immigrato illegalmente in Italia, con la passione per le parole e per i fumetti di Tex Willer. Emil perde prima la madre, poi la terra che ama e infine il padre che viene rispedito in Romania e finisce in carcere. Quando anche il ricco architetto che lo ospita si rivelerà meno buono di quanto sembra, non gli resta che fuggire e mettersi sulle tracce di un eccentrico nonno mai conosciuto. Inizia cosí un viaggio per l’Europa che lo porterà a incrociare la strada con tante persone diverse e a trovare faticosamente una nuova collocazione nel mondo.

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Mentre correvo sul ponte Isabella, l’acqua del Po dieci metri sotto, tentando disperatamente di non inciampare, ho pensato: «C’è chi ha una vita come il Mississippi, liquida, lenta, fertile, e chi, come Tex, rischia ogni giorno di morire di sete nel deserto del sale, di sfracellarsi giú da una scarpata o di congelare sotto una tormenta».
Ho pensato: «Perché io, Emil Sabau? Io non sono Tex. Ho solo tredici anni. Anche se, certo, vorrei».

«Che un bambino impari l’italiano leggendo Tex Willer mi pare già una di quelle trovate che di per sé valgono un libro» (Diego De Silva).

«Un libro bellissimo. Fabio Geda riesce a creare una partecipazione totale. Tipo che uno legge e piange, poi legge e ride. Ma come fa?» (Valeria Parrella).