Mario Avagliano, Marco PalmieriLe vite spezzate delle Fosse Ardeatine

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24 marzo 1944, strage delle Fosse Ardeatine. Nelle vite delle 335 vittime, c’è tutta la storia d’Italia – sociale, politica, economica, culturale – e della Resistenza in una sorta di Spoon River italiana.

Roma, 24 marzo 1944: in una cava sulla via Ardeatina, i tedeschi uccidono 335 uomini sparando a ognuno un colpo alla testa. Sono prigionieri politici e partigiani di tutte le forze antifasciste, civili e militari, molti ebrei, alcuni detenuti comuni e ignari cittadini estranei alla Resistenza, sacrificati in proporzione – che poi si rivelerà sbagliata per eccesso – di dieci a uno in seguito a un attacco partigiano in via Rasella, costato la vita a 33 militari del Reich. È il piú grande massacro compiuto dai nazisti in un’area metropolitana e segnerà profondamente la storia e la memoria italiana del dopoguerra.

Dell’eccidio delle Fosse Ardeatine molto si sa. Poco invece si conosce delle vicende individuali delle vittime, alle quali – tranne poche eccezioni – fino ad ora nelle cerimonie e nelle pubblicazioni era dedicata solo una riga con le generalità in un lungo elenco. Questo libro per la prima volta racconta la loro storia, una per una.

 

«Un libro bellissimo che ripara un vuoto» (Aldo Cazzullo, «Corriere della Sera»).

«Perché la memoria di chi ha perso la vita alle Fosse Ardeatine non sbiadisca mai» (Ebe Pierini, «Il Messaggero»).

«Un lavoro molto accurato e necessario, per ridare un’identità piena a tante vittime di cui si conosce finora solo il nome, e con un’attenzione all’umanità, e alla necessità della memoria, di cui abbiamo molto bisogno» («Gazzetta del Sud»).