Lola LafonQuando ascolterai questa canzone

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Il 18 agosto del 2021 Lola Lafon prende un treno per Amsterdam. Passerà la notte – l’intera notte – da sola nell’Alloggio segreto di Anne Frank. Una casa editrice francese le ha proposto il progetto, la scelta del museo spettava a lei. A questa richiesta esterna Lola Lafon ha risposto con un imperativo interiore: andare a conoscere, a sapere, Anne Frank, nell’appartamento in cui visse per venticinque lunghi mesi, dove ogni anno migliaia di visitatori sfilano «davanti all’assenza».

Lola Lafon fa il suo ingresso nell’Alloggio segreto dopo la chiusura serale del museo. Un taccuino, un quaderno e poco altro come bagaglio per il viaggio che, seppure nello spazio di qualche ora, la porterà lontano. Vagando da una stanza all’altra, scandaglia i pochi metri quadrati sulle tracce della quotidianità di Anne Frank, della ragazza vitale, fremente, di cui resta un’immagine fissata per sempre in alcune fotografie sbiadite. L’insolito vagabondare notturno si rivela un’occasione per strappare al silenzio anche gli altri occupanti del nascondiglio: Fritz Pfeffer, i Van Pels, la sorella maggiore Margot, la madre Edith e il padre Otto, a cui si deve la pubblicazione degli scritti della figlia.

Tornando sulle strade della Storia europea percorse dai suoi cari e da lei stessa, nella solitudine dell’Alloggio segreto Lola Lafon si ritrova in compagnia dei fantasmi che a lungo l’hanno attesa. In quella notte incontra tanti membri della sua famiglia, tra cui i nonni materni, nati nell’Europa dell’Est, emigrati, perseguitati, sopravvissuti, per sempre stranieri. Dialoga con la bambina che è stata nella Romania di Ceaușescu, poi con la ragazzina appena arrivata in Francia ansiosa di omologarsi. E raccoglie le forze per rendere finalmente omaggio a una persona tanto amata che una volta le scrisse i versi di una canzone.

Leggi un estratto.

«Un’esplorazione notturna che si fa viaggio interiore, alla riscoperta di una figura diventata icona, per tentare di restituire alla brillante, riflessiva adolescente che scrisse il Diario e morí nel lager di Bergen-Belsen la sua verità di vittima e testimone della persecuzione nazista» (Lara Crinò, «la Repubblica»).

«Un libro che è un baule, un reportage, un’autobiografia, un romanzo storico, un saggio sul presente» (Marco Archetti, «Il Foglio»).

«Quando ascolterai questa canzone dice cose inedite su un tema molto dibattuto, restituendo Anne Frank alla letteratura. Un’impresa eccezionale» («Elle»).

«Lola Lafon ha trovato le parole piú giuste e piú belle per sconfiggere l’oblio» («Les Échos»).

«Volevo condurre il lettore con me nel rifugio di Anne Frank, volevo farglielo attraversare, ma volevo anche condurlo dentro tutte le domande che mi sono fatta mentre attraversavo quello spazio» racconta l’autrice all’«Huffington Post».