Matteo NucciIl grido di Pan

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Dopo Le lacrime degli eroi Matteo Nucci torna a lanciarsi in un appassionato corpo a corpo con il pensiero arcaico per riflettere su ciò che ci rende quel che siamo e su quale sfida dobbiamo accettare per non dimenticare la nostra vera natura. 

Poetici, enigmatici, oracolari, i pensatori piú antichi sono dominati da una drammatica complessità. Eppure è alla portata eterna dei loro versi vertiginosi e sconcertanti che si affida Matteo Nucci per affrontare una questione quantomai urgente: il rapporto fra l’essere umano e l’animale, dunque il modo in cui l’essere umano abita il mondo. Furono, infatti, questi Sapienti – Eraclito, Parmenide, Empedocle – a dare la risposta piú esatta, con la quale dobbiamo confrontarci se vogliamo vivere fino in fondo il potere e la debolezza di ciò che ci allontana dal regno animale, il logos, per fare esperienza della nostra umanità. Rileggendo miti in cui umano e animale s’intrecciano in creature fantastiche – dal Minotauro alla Sfinge –, attraversando i secoli per trovarci di fronte a scrittori come Dürrenmatt e Hemingway, o poeti come Kavafis e García Lorca, scopriamo quanto potenti e irresistibili siano certe riflessioni antiche, quanto storie famosissime come quelle di Edipo e di Arianna possano farci guardare con altri occhi temi che di solito giudichiamo con superficialità. 

«Cosa siamo noi se non animali mortali? Esseri che nascono e muoiono, immersi in un ciclo continuo di nascite e morti, noi come quegli animali che invece il nostro logos non lo condividono. Ecco ciò che siamo e che dimentichiamo».

Leggi un estratto.

Il libro è corredato dalle bellissime illustrazioni di Giovanni Battista Porzio:

 

«È dal pensiero antico che Nucci parte per ricordarci le sfide da dover accogliere se non vogliamo scordarci la nostra vera natura» (Annalisa De Simone, «Il Riformista»).

«Matteo Nucci immette nella riflessione sul rapporto uomo/natura gli ingredienti del pensiero antico, con una particolare attenzione ai presocratici e a Platone. Ma nel percorso dell’autore alla ricerca dell’animalità dell’uomo trovano posto anche suggestioni contemporanee» (Mariangela Caprara, leparoleelecose.it).

L’autore racconta il libro su Rai Cultura.