Giulio GuidorizziPietà e terrore. La tragedia greca

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Un meraviglioso percorso alla scoperta delle immortali storie tragiche, tra tormenti, amori e follia, che arriva dritto al cuore della nostra anima. 

La tragedia è il regno dell’irrazionale, il trionfo degli istinti che si traducono in atti estremi, per questo Platone la temeva e la avversava; perché fa emergere la materia informe e oscura della mente e la concretizza non in parole, ma in personaggi che agiscono e somigliano cosí tanto a veri esseri umani. Tutto nella tragedia avviene qui, nel mondo degli uomini e delle donne. Per le nostre sofferenze non c’è una spiegazione, né sono giustificate da una colpa o da un piano divino, esistono, esiste questo groviglio in cui siamo legati: sono una parte inevitabile del gioco e in fondo a tutto c’è il mistero. Giulio Guidorizzi ci rivela, con l’acribia del grecista, i segreti del mondo degli antichi, e ci mostra, con lo sguardo appassionato del narratore, quanto di noi ancora sopravvive di un tempo tanto lontano eppure vicinissimo. Le eroine e gli eroi del dramma greco portano infatti alla luce i mille volti che ci abitano, svelandoci ciò che eravamo, ciò che siamo e ciò che, malgrado i tempi che cambiano, continueremo a essere. 

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«È un saggio classico, che affronta il percorso della tragedia seguendo i suoi tre grandi tragediografi, nel loro scivolare da una società piú arcaica a una piú moderna, piú simile alla nostra. Ma è anche un saggio di alta interpretazione, che sempre ci vuole per accostarsi a queste storie di grandezza e piccolezza, di uomini che nulla possono ma tutto tentano. Molto bello» (Valeria Parrella su «Grazia»).

«Attraverso incursioni nella filosofia, nella letteratura russa (ma anche in Pirandello), nella filologia, scopriamo l’essenza potente delle storie tragiche e il loro lascito: la scoperta del mondo interiore. Un mondo fatto di impulsi, emozioni, desideri, rabbie furiose, sconfitte, aneliti che distruggono tutte le impalcature del buonsenso e della ragione. E l’aggancio con la contemporaneità è davanti a noi, scottante ed evidente» (Marilù Oliva su micromega.net).